— 15 - a San Giorgio Maggiore e l’altro alla chiesa di San Nicolò; il terzo si tacque. Il meschino si domandò se coloro fossero impazziti, ma poi gli scese in core una così ferma fiducia in Dio, che non esitò ad accontentarli. Il piccolo scafo andava, andava lieve, sicuro, tra la tempesta come portato da una divina volontà; traversò il porto, si trovò in mare. A un tratto appare una nave risonante d’uria oscene, di risa sgangherate, una nave carica di spiriti infernali. I tre ignoti, diritti tra le raffiche, gridano i loro nomi : San Giorgio, San Nicolò, San Marco, e comandano ai demoni di far cessare quel diluvio. Ma invano. Rispondono grida beffarde, di dileggio. I tre santi ripetono il comando, ma senza effetto, e allora un baleno squarcia l’orizzonte e una folgore piomba sulla nave che tosto inabissa. Dopo ciò il mare tornò calmo, si chetò il vento e i Santi approdarono dove avevan chiesto. Il terzo, San Marco, tornò a Venezia. E il vecchio ? « Benché lui stimasse tal effecto non essere senza religione — dice il Sabellico — niente di meno non dubitò domandare e lui (San Marco) rispose al vecchio Piscator: — Andarai al Principo e a li Senatori, li quali te darano degna mercede, ma recordati ordinatamente nararli quanto hai veduto questa notte. Disse el pesca-tor : — non me crederano ; più presto credo che ognuno me despreziarà, volendo io riferire questo in publico senza alchuna certeza. « El Santo disse : — te dago questo segno — e detegli un anello che lui aveva in mano. Dirai al dux e a li padri, che per nostra bona opera in questa notte