— 126 — inglesina stupita dinanzi a un rocchio archeologico senza presumere che coltura e sentimento permettevano ad essa di far risorgere intorno a quello un mondo, una civiltà, una passione. Codesto atteggiamento di negazione si camuffava di superiorità; la frigidezza per le cose nostre voleva esser indice di più vaste e profonde conoscenze acquisite per il privilegio di un biglietto di Cook e Son. Parigi e Londra : gramo l’artista che almeno una volta non si fosse impolverato sulle loro piazze, mentre di là scendevano a frotte gli intelligenti assetati d’italica sapienza. Avevamo dei tesori e ne andavamo cercando le copie. I governanti stessi erano afferrati da codesta corrente, per cui le condizioni dei monumenti mal protetti, non restaurati, ritenuti improduttivi (anche l’esercito e la marina furono detti tali!) andavano via via decadendo e a Venezia fu salvo il palazzo ducale perchè avvenuto il sacrificio del campanile. Povero palazzo ! Ad ogni scricchiolio sobbalzava, nella notte, il tecnico incaricato (quanto tardi!) di presidiarlo, presago di rovine. Allora il pericolo fece comprendere più e più la maraviglia di quel monumento ornato di ineffabili soavità di fattura, di edificanti stratificazioni di pensiero, permeato dalle febbri di generazioni e generazioni di uomini di Stato, di sapienti, di guerrieri, custodé di entusiasmi e di dolori, sede dei più delicati e dei più severi concepimenti. Chi nell’aggirarsi in quelle sale non avverte che la sontuosità della reggia doveva essere postulato morale, sintesi politica, codice ? Sulle costiere marittime orientali, a Candia e nelle Cicladi e nelle Sporadi, sulle coste della Propontide e del Ponto Eusino. nelle contrade della Tessaglia possiamo trovare i segni architettonici