20 6 Vettor Pifani Servito nelle Sue efpe-dizioni , e parte per 1’ affabilità di Vettore , parte per i legami d’una lunga, ed aifidua confuetudine di dipendenza, erafigli reSo caro, fino a divenir Suo Compadre . Mentre Vettore nel narrato modo , portato in alto dalle genti di marina, paffa* va d’appreffo al campanile di S. Marco, effendone coftui nella cima, ilan-doil per commiffion pubblica di Sentinella , mirando , fe icopriva movimento de’ nemici per le Lagune , tratto dallo ilrepito dei clamori della piazza , gettò lo Sguardo Su d’ cffa, e in mezzo quella immenSa folla di popolo, avvenendogli di riconoscere il Suo padrone, e Compadre portato in trionfo , fcefo in fretta , frammifchioili nella moltitudine, e Spinto queflo , e quello , effendogli riuScito di avvicinarSegli , fattogli/! incontro, non coniiderando il travaglio , e pericolo in ch’era la Cittàj ,, Queilo è il tempo Compadre46 gli diffe „ nel quale dei vendicarti del-„ la depoilzione dal generalato, deU ,, la prigionia, e d'ogn’ altr’ oltragi»-3, gio, facendoti affoluto Signore ai „ que- 207 „ quefta Città. Eccoci qui tutti già „ difpofti a Seguirti, e ad innalzar-„ ti, in queft’iftante, fé tu lo vuoi, ,, in noftro Principe . u La ftrava-ganza di quefte fediziofe voci colpì d’orrore il Pifani, che anzi ardente d’impegno per la fua patria, a tutt’ altro era intento ; ficche vedutigli nel vifo i delineamenti del turbamento, volea ftudiare il Corbaro di ricomporre ilfuo detto, cooneftando- lo, foggiugnendo : che il buon Cittadino dee abbracciare ogni occaiìone per proccurare la falute, e la dignità della patria. Ma non avea per an. che compito di profferire queft’ ultime parole, che, non potendo Vet-tor contenere la fervida natura, vol-togliii contro fieramente , gli avventò un pugno fulla guancia „ Ah tra-,, ditor, dicendo, ch’io mi fovven-„ ga più d’ingiurie f1 che fprezzi co-„ sì le leggi della mia patria? Iddio „ non voglia mai, che commetta tal „ empietà contro il governo; “e, ciò detto, gridò difubito altamente: j, chi mi vuol bene, non dica, viva ' v il Pifani , ma viva S. Marco. “ dazione magnanima, e cittadinefca im-