to del Doge alla Lova , per con-< durlo da colà a Brondolo dovea far tre miglia circa di ltrada, e potea incontrar per via delle partite di ni-mici, che Io ritardaffero; per quefto, acciocché la cofa aveile effetto, e poteffero operar di concerto , fo-ftenendofi a tempo 1’ un 1’ altro nell’ azione , rimafero in appuntamento , che il Pifani preparata 1’ armata , non faceffe moto, finché il Zeno con il fegnale , o del fumo , o della tromba non lo avver-tittè J’effer giunto preffo la Foffa , che dal Grimaldi fi lavorava ; e all' ora il Zeno piombaffe fopra il pre-fidio , ed il Pifani fulle galee. La notte adunque deftinata all’ imprefa moffe Vettore le fue galee, che afcen-deano al numero di trentafei, quali dall’Andito, quali dal canal dell’ Aceto , ed alrre diverfo Loredo per ridurle iniieme . Li Genoveii nulla fapendo dell’ intenzione de’Veneti , non penetravano dove fendettero que-fti movimenti del Pifani , e dandoli a credere che Ievaffe l’attedio, gridarono altamente : i Porci fcappano . Ma Vettore , poiché raunò le galee iniìe- infieme nel Canal del Becco , e le fchierò in bella ordinanza, fatti gli altri neceifarj preparativi, ii flette attendendo il fegnale . Ma queflo non comparendo mai, e parendogli effere già di molto trafcoria l’ora , in cui era ragionevole d’attenderlo , flavafi in gran travaglio, dubitando, che al Zeno foffe avvenuto qualche iiniilro, quando vide venir correndo frettolo-famente numerofa fchiera di truppe Genoveii verfo S. Catterina di Bron-dolo . Ricercato qual truppa ella fi foffe, rilevò, che il Zeno, partito dalla Lova, quando fu verfo la torre di Chioggia piccola, venendo mole, flato per via da quel preiìdio , era flato coflretto ritardare alquanto il cammino per affalire, ed oppugnare con 1’ armi alla mano quella Torre che gl’impediva 1’ avanzarli , e non gli conveniva lafciarfi alle fpalle . Che, dopo qualche contrailo, avendo poi data alla di lei guarnigione la fuga, incalzando i fuggitivi, s’era avanzato fino al ponte di Chioggia grande. Che il ponte per il pelo dei combattenti, fi era rotto, e cheeifen-dofi quindi aperta a Carlo l’occaiio-X 2 ne