' I 43 de’ più bravi comandanti , che a-vefle la Repubblica , che fu Marco Giultimano . Partita la flotta , raggiunfe Vettore, che flava quafi per dar fondo nel Tacque del Tene-do; ed egli, intefe le nuove com-miifioni, lafciò per allora l’approdo alla fortezza , e montò 1’ armata . Giunto con elfa alle rive della Romania , rilevando, che anche i Ge-Doveiì inviavano a quella volta dodici galee fotto il comando d’ un nobile Toro , per nome Arunte Stru-pa in foccorfo di Andronico ; andò follecitamente fcorrendo quelle colte; ma penetrata la lquadra nell’ Arcipelago , il ritardò alquanto la fpedizione per aver voluto il Moce-nigo por r aifedio a Stalimene , e Riva, due terre, eh’erano fiate oc-cupate dalla fazione d’ Andronico tolto, che montò il trono. Occupati però que’ ricetti de’ fautori del nuovo Regnante , profeguendo il viaggio, feorfe dirittamente a Ne-groponte , e di là finalmente fin lotto le mura di C< llantinopoli , dove , pollo Vettore piede a terra , cautamente celando , e il nome, 43 me , e la nazione , ( effendo ivi troppo noti i Veneziani ) andò in-dagandò con grande accuratezza , l'attual condizione di quella Corte ; e fcoprì, effere il vecchio padre Imperatore tuttavia prigione, e reggerli l’imperio dall’ ufurpatore, affittito dalle forze, e dai configli de’ GenovefI . Ritornato , con tal re-« lazione , all’ armata , il tenne da Veneti confulta, e pareva a Vettore, che per 1’afcendente acquiila-to in quella Capitale dall’ emula na-zione , e la decadenza del Veneto partito, vano foife, e per avventura azzardofo il tentare qualunque maneggio , effendone l’afcolto non che la trattazione, impedito. Tanto più, che il maneggio avrebbe partorito indugio , e l’indugio farebbe flato perigliofo all’ armata in quell’ acque, in faccia potente Città, predominata da genio sì acerbo contro i Veneziani , con una flotta nimica alle fpalle, ed a vifta del prefi~ dio Genovefe di Pera. Ma flando a cuore del Mocenigo la prigionia del Bailo Veneto, gl’ intereffi di tanti mercadanti della nazione , e la te-