SCA - 313 - SCA del pezzo, sia per le cariche che eventualmente si trovino pronte presso il cannone per i colpi successivi. Per eliminare la fiamma di ritorno esiste un dispositivo detto « scacciafumo ». Consisto in un serbatoio d’aria compressa che comunica mediante una valvola con la parte anteriore dell’otturatore. All’apertura di quest’ultimo si produce la manovra di quella valvola, e quindi l’immissione nella camera di scoppio di un getto d’aria che scaccia dalla bocca dell’arma tutti i gas residui dell’esplosione. Si ha così anche una sufficiente pulizia dell’anima del cannone. SCADERE. — Lo spostarsi di un galleggiante, in senso laterale, per l'effetto dell’ azione del vento o di una corrente marina. Lo stesso che scarrocciare ed andare in deriva, rispettivamente. SCAFANDRO Scafandro comune. - 11 vestito che indossano i palombari per immergersi e lavorare sott’acqua. È di tela impermeabile con rinforzi di gomma, d’un sol pezzo, abbastanza ampio, e lascia libere e nude le mani e la testa. Quest’ultima vien racchiusa in un elmo metallico che si unisce allo scafandro mediante un giunto a chiusura ermetica ed impermeabile. L’elmo porta dei vetri per la visione esterna. Per la respirazione del palombaro si immette continuamente dell’aria nell’interno dello scafandro, mediante una pompa a mauo ed un’apposita tubolatura flessibile (manichetta) che è innestata all’elmo. La pompa si pone nella imbarcazione con cui si trasporta il palombaro e dalla quale questi discende in quel punto del fondo dove il suo lavoro è necessario. L’elmo è munito d’una valvola a molla che permette lo scarieo dell’aria, e che l’uomo apre quando vuole, appoggiandovi leggermente il capo. Per vincere la spinta di galleggiamento prodotta dall’aria, il palombaro calza delle scarpe guar- nite di piombo ed indossa due piastro dello stesso metallo : in tal guisa egli discende lentamente al fondo con un eccesso di peso di qualche cliilogramma. Con questo modello di scafandro, ch’è quello generalmente usato fiuo ad oggi, si fanno delle immersioni fino ad una cinquantina di metri di profondità,. Per i fondali dai quindici ai cinquanta metri è necessario usare, particolarmente per il ritorno del palombaro alla superficie, delle precauzioni (vedi « palombaro » e « decompressione ») ; ma per le profondità, superiori ai cinquanta metri, si ritiene che quelle precauzioni non sarobbero sufficienti per risparmiare all’organismo umano un eccessivo cimento. Scafandro a cappuccio. - Il Comandante Belloni della Marina Militare Italiana ha ideato un tipo di scafandro più semplice di quello tradizionale suddescritto, la cui parte essenziale è un cappuccio di tessuto gommato flessibile che vien fissato con cinghie di tela, una passante tra le gambe, e due sotto le ascelle. Si produce nel cappuccio il noto fenomeno della « campana d’aria », ossia avviene che l’aria contenuta in esso, quando è indossato, si oppone a che l’acqua salga e giunga al viso del palombaro. L’aria viene continuamente rinnovata a mezzo di una piccola pompa a mauo e di una manichetta che s’innesta al cappuccio mediante un tubo munito di valvola di non ritorno. Il cappuccio è fornito di due vetri per la visione esterna. Si può indossare su qualunque indumento, esponendosi però al disagio di bagnarsi ; naturalmente è preferibile indossare prima un vestito completo di tessuto impermeabile che si chiude ai polsi. La particolare prerogativa del cappuccio è quella di consentire la « tenuta stagna » del vestito al collo, a qualunque profondità,, pel semplice effetto della campana d’aria, e quindi di non richiedere una stretta chiusura alla gola (che nelle maggiori profondità.