LAV - 181 - LEG gressivo miglioramento, lo hanno consentito, le Marine hanno cercato (li curare per quanto era possibile l’igiene degli nomini e delle navi. Ciò è avvenuto quando tra gli uomini di terra, in un mondo ancora carico di pregiudizi, non si sapeva che cosa fosse l’igiene. Le Marine hanno dato, quindi, una grande importanza alle lavande, ed affinchè tale importanza fosse sentita dagli uomini, si è dato a quelle operazioni quasi i caratteri di un rito. Il risultato è stato ottimo perchè le navi sia militari che mercantili sono certamente gli ambienti più puliti del mondo. La Marina Militare, annualmente, al congedo di una classe di leva, restituisce alla Nazione degli uomini che hanno contratto delle buone abitudini d’igiene personale. Si ottiene questo risultato con un’amorevole ed assidua vigilanza da parte degli Ufficiali e dei graduati. Il marinaio non è mai abbandonato a se stesso, ma continuamente vigilato ed assistito. Alle varie lavande si dànno i seguenti nomi: Lavanda dei ponti. - Comunemente si dice lavaggio (vedi questa voce). Lavanda personale che, eccettuati i giorni molto freddi, gli uomini fanno sui ponti scoperti, denudandosi per lo meno fino alla cintola. Lavanda di biancheria. La lavanda con acqua dolce degli indumenti personali, che gli equipaggi fanno nei giorni stabiliti. La biancheria viene poi distesa al soleggio, sospendendola in perfetto ordine ai * rastrelli ». E poiché gli uomini usano lavare col sapone anche i loro abiti di lana colorata, tutti gli oggetti che non sono bianchi si appendono separatamente dagli altri ; ciò allo scopo di dare alle navi un aspetto ordinato e decente anche in questa manifestazione, inevitabilmente esterna, della vita di bordo (vedi «rastrelli»). Lavanda di brande e fasce di materassi. - Anche questa lavanda si fa da tutti gli uomini insieme, nei giorni stabiliti ; quegli oggetti si appendono ai rastrelli, ordinatamente. LAVARELLO. Spazio limitato da un tramezzo di tavole o lamiere, immediatamente a poppavia degli occhi di cubìa, nel quale si raccoglie l’acqua che cola dalle catene quando si tirano dentro per salpare le ancore. Ê munito di appositi canali di scolo (ombrinali) che portano l'acqua all’esterno dello scafo. LAVORIERE. — Impianto peschereccio. È come un labirinto costruito con canne palustri, nei canali che mettono in comunicazione il mare con gli stagni e le lagune. La forma ed il materiale variano da luogo a luogo. 11 principio informatore è, sempre, quello della divisione dello specchio d’acqua in tanti compartimenti intercomunicanti, costruiti ad angoli acuti, con un vertice verso la direzione d’arrivo dell’acqua di mare. I pesci passano attraverso questi compartimenti e finiscono in un ultimo recinto da cui non possono più uscire. LEGA Lega Anseatica. - La parola Hansa che in tedesco significa « raggruppamento », « schiera », fu usata per indicare l’unione di più persone per uno scopo comune, ed in particolare designò nel Medio Evo l’associazione dei mercanti di alcune città tedesche per la protezione del commercio contro i pirati, e la difesa dei loro privilegi e franchige. Questa confederazione politico-commerciale detta « Hansa * o « Lega Anseatica », che fu fondata verso la metà del secolo XIII e fiori nei secoli successivi, estendendo i suoi traffici nei mari lontani, contava, alla fine del secolo XV, sessantaquattro città ; possedeva delle flotte, un esercito, un patrimonio ed un particolare governo. Le principali tra quelle città che si chiamavano « anseatiche » erano Amburgo, Brema, Lubecca, Rostoch, Stralsunda,