CAL — 58 - CAL basse, destinati a contenere i materiali di dotazione e di consumo, custoditi ed amministrati da sottufficiali delle varie specialità : la cala del nostromo, la cala del capo cannoniere ecc. CALABBASSO. — Lo stesso che alabbas-so. CALAFATARE. CALAFATÀGGIO. - L’operazione d’introdurre stoppa e catrame nelle commessure delle tavole dei ponti e del fasciame delle navi in legno, allo scopo d’ottenere l’impermeabilità all’acqua. Oggi questo vocabolo è usato anche nella costruzione in ferro, per indicare i procedimenti meccanici ed elettrici con cui si rendono stagne le commessure tra le lamiere. CALAFATO. - 1 j'operaio specialista del calafataggio. CALÀNCA. — Piccola insenatura d’una costa ; lo stesso che cala. CALARE. - Lo stesso che ammainare, oggi meno usato. Calare le reti. — Distendere le reti da pesea in mare. CALATA. — Nei porti, quei tratti di banchina a cui le navi mercantili si avvicinano coi fianchi, per l’imbarco o lo sbarco delle merci e dei passeggieri. CALAVÈRNA. — Il nome generico dei rivestimenti in cuoio o tela, che si fanno intorno ad alcuni oggetti per preservarli dai danni dello sfregamento con altri organi. I pennoni, i picchi e le antenne hanno una calaverna in cuoio nelle parti di contatto con gli alberi. I remi delle imbarcazioni più accuratamente attrezzate, hanno, una calaverna in cuoio o tela intorno al ginocchio. Vedi «ginocchio *. Dicesi pure « galavema ». CALCAGNUÒIX). — Nell’ossatura della nave, il peszo d’unione, ad angolo quasi retto, della chiglia col dritto o telaio di poppa. CALCATÓIO. - L’attrezzo con cui, nel caricamento di un cannone, si spingono al loro posto il proietto e la carica. Naturalmente è usato soltanto I I pel caricamento dei cannoni di grosso calibro e dei più grandi del medio calibro. È un’asta terminante con un appendice cilindrica, manovrabile con l’energia di cui è fornito l’impianto in torre : elettrica od idraulica. CALCÈSE. — Vedi « Albero a calcese ». -L’estremità degli alberi di questo tipo dicesi « calcese. CALDAIA. — Recipiente metallico in cui, mediante il calore, si trasforma una n asca d'acqua in vapore saturo, allo scopo di utilizzare l’espansione di quest’ultimo pel movimento di una macchina. Le caldaie marine sono delle due seguenti specie : Caldaie cilindriche tubolari od a tubi di fiamma. - Sono quelle in cui l’acqua riceve il calore, oltre che dal contatto diretto con le pareti del forno, anche da un fascio di tubi che attraversano la massa liquida, e nei quali passano i gas della combustione prima di uscire dal fumaiuolo. (Tubi scalda-tori o tubi di fiamma). Caldaie a tubi d’acqua. - Sono quelle costituite completamente da fasci di tubi, che per essere in tutte le loro parti esposti alle fiamme, vaporizzano rapidamente l’acqua che circola in essi. I fasci di tubi partono da due recipienti cilindrici orizzontali che si chiamano « collettori » e fanno capo con le loro estremità superiori ad un altro recipiente ch’è il duomo di vapore, situato nella parte più alta della caldaia. Nei collettori s’immette l’acqua d’alimentazione, la quale, per l’aumento di temperatura, sale nei tubi. Si produce quindi rapidamente il vapore, che, raccolto nel « duomo di vapore » vien distribuito alle motrici. Per la nomenclatura delle parti d’una caldaia vedi « altare », « camera di combustione », « duomo di vapore *, « cassa a fumo », « forno », « graticola », « piastra tubiera ». CALDAIO. — Ciascuna- delle grandi pentole metalliche in cui si cuoce la minestra dell’equipaggio. Perciò, sulle