COR - 108 - COR l’ora <1<-1 I" meridiano, emerge la necessità «li poter controllare con frequenza l’andamento dei cronometri : per quanto ben costruito, un istrumento coni delicato può talvolta avere un salto, c sarebbe quindi imprudente fidarsi a lungo ciecamente nelle sue indicazioni. Questo controllo, ossia la determinazione della correzione assoluta. si fa a mezzo dei confronti con i cronometri degli osservatori astronomici, oppure con un calcolo. L’invenzione della radiotelegrafia ha recato anche in questo campo un preziosissimo aiuto ai naviganti : i segnali orari lanciati dalle stazioni radiotelegrafiehe, danno alle navi la possibilità di un preciso controllo dei cronometri, anche quando sono lontane dagli Osservatori astronomici. E per questo motivo, oggi, è resa meno frequente per i naviganti la necessità di fare il calcolo della cor rezione assoluta. Dei problemi della Astronomia Nautica, questo è il più delicato perchè richiede delle osservazioni astronomiche precise quanto più è possibile, ed una scrupolosa diligenza nei calcoli. Quando i cronometri erano meno precisi e la navigazione veliera rendeva lunghe le traversate, i naviganti dovevano talvolta eseguire anche in alto mare il calcolo della correzione assoluta. Si usava allora fare il cosiddetto calcolo di distanza lunare pel quale non era necessario conoscere esattamente la posizione della nave, si misurava mediante il sestante la distanza angolare tni la Luna ed un Astro, segnando l’ora del cronometro all’istante dell’osservazione. Indi con un calcolo abbastanza complesso si ricavava, dalla distanza lunare osservata, l’ampiezza di quella che contemporaneamente sarebbe stata misurata dal centro della terra. Poiché le Effemeridi danno, in funzione delle ore del primo meridiano, i valori delle distanze lunari prese dal centro della Terra, il navigante, con una interpolazione, determinava l’ora del 1° meridiano corrispondente alla distanza lunare calcolata. Evidentemente quest’ora era quella contemporanea all’ora segnata dal cronometro. Il calcolo che si esegue oggi è più semplice. Per eseguirlo occorre conoscere esattamente la posizione della nave, e pertanto si può fare anche in navigazione in vicinanza di un punto ben noto di una costa. Sla si preferisce farlo quando la nave è all’ancora, prendendo da terra, mediante l'orizzonte artificiale, l’altezza del Sole o d’un Pianeta o d’una Stella. Il calcolo consiste nella determinazione dell’angolo orario a cui si è accennato alla voce longitudine osservata. In questa circostanza però, due degli elementi del Triangolo di Posizione occorrenti per la ricerca dell’angolo ignoto (distanza zenitale e cola-titudine), sono conosciuti con grande esattezza perchè l’altezza dell’Astro è stata osservata con la maggior precisione, e la latitudine dell’osservatore è perfettamente nota. Se, per fissare le idee, supponiamo che si sia osservato il Sole, l’angolo orario calcolato rappresenterà esattamente l’ora solare del luogo. Da quest’ultima il navigante otterrà l’ora solare del primo meridiano, nel modo che indichiamo alla voce ora del primo meridiano, e da questa ora solare dedurrà l’ora media o l’ora siderea a mezzo di alcuni elementi che si ricavano dalle effemeridi. A seconda che il cronometro è a tempo medio o a tempo sidereo, il confronto dell’ora segnata da esso, nell'istante dell’osservazione, con l’ora media o l’ora siderea del primo meridiano, darà la correzione assoluta o stato assoluto del cronometro. Un altro metodo è quello delle altezze corrispondenti. Esso consiste nel-l’osservare un Astro allorché ha la stessa altezza ad Est e ad Ovest del