COR - 106 — COR quindi, (come generalmente si fa dagli uomini ili terra) col moto ondoso del mare, limitato alla sua superfìcie, e durante il quale i galleggianti non sono trasportati dalle molecole dell’acqua, ma spinti dai successivi urti delle onde e dall’azione del vento sui loro scafi ed alberature. Le correnti non producono ondulazione della superficie del mare ; esse sono percettibili ai nostri sensi per il loro effetto di trasporto di materia, quando si hanno dei punti fissi di riferimento, ma al largo delle coste non hanno per noi manifestazioni visibili. Sicché una nave in navigazione in alto mare si accorgerà dell’esistenza di una corrente se, dopo aver determinato esattamente la propria posizione geografica, constaterà la non coincidenza di qucst’ultima col punto in cui essa riteneva di essere per effetto del cammino percorso con i soli propri mezzi di propulsione. La causa principale delle correnti marine è costituita dalle grandi correnti aeree della circolazione atmosferica : i venti, purché abbiano una certa durata, finiscono col trascinare le masse superficiali dell’acqua. Nelle loro grandi linee le correnti marine seguono dunque la stessa direzione delle correnti atmosferiche dominanti. Le cause accessorie sono : le differenze di densità che si producono negli strati superficiali degli oceani in seguito alle ineguaglianze di temperatura, di composizione, e di salsedine ; la rotazione della terra ; i fenomeni elettrici, sismici e vulcanici ; le attrazioni della Luna-e del Sole. Quest’ultima causa produce le correnti di marea. Vedi «marea ». La gente di mare designa le correnti marine in modo diverso da come definisce i venti. Mentre questi si definiscono mediante le direzioni dalle quali essi spirano, le correnti si designano esprimendo la misura delle loro velocità orarie e le direzioni verso cui vanno. Per esempio : Corrente di cinque miglia per Nord-Est. Corrente del Golfo. - Per quahto si è detto sopra, nella parte tropicale nordica dell’Oceano Atlantico, le acque hanno un movimento generale nella medesima direzione dei venti dominanti. Poiché questi sono gli Alisei di Nord-Est (vedi Alisei), ne risulta che in quella regione si forma una grande corrente marina verso Ovest. Incontrando le Isole Antille questa corrente si biforca : il ramo più importante risale a Nord-Est, penetra nel Golfo del Messico e ne esce dal Canale di Florida, passaggio ristretto dove le acque prendono una velocità notevole. A questo ramo uscente da quel canale si è dato il nome di Corrente del Golfo (in inglese « Gulf Stream », pron. « Gheulf Strini *). Dal canale di Florida la corrente del Golfo rimonta a Nord e, deviando sempre verso destra, dopo essersi riunita all’altro ramo che passa al largo delle Antille, dirige a Nord-Est e poi ad Est in pieno Oceano Atlantico, tra le latitudini di 40° e 45°. Si divide allora in due rami : l’uno risale tra la Scozia e l’Islanda e va a perdersi nel Sfare Glaciale, l’altro discende lungo le coste d’Europa e d’Africa deviando sempre a destra, cioè prendendo successivamente le direzioni di Sud-Est, Sud, Sud-Ovest, ed infine Ove3t quando raggiunge la corrente tropicale di cui si è detto in principio. Le correnti marine formano così nel-l’Atlantico Nord un grande circuito completo dove le acque girano da sinistra a destra intorno ad un centro situato a Sud-Ovest delle Azzorre. (vedi «Mar dj Sargassi»), La velocità media della corrente tropicale diretta verso ovest, è di poco più di mezzo miglio all’ora ; la velocità massima della corrente del Golfo nel Canale di Florida è da 3 a poco più di 4 miglia orarie.