PAM 246 - dità superiori ai quindici metri, deve essere lento e graduale. Questo procedimento pel qualo esistono delle norme precise e sicure, dicesi decompressione. La Marina Militare forma i suoi palombari mediante selezione ed addestramento accurati, inquadrandoli in un ramo della categoria Torpedinieri, a cui dà, il nome di Minatori Palombari. Per soddisfare alla eventuale necessità di un maggior numero di tali specialisti, vengono inoltre addestrati alle immersioni dei marinai che prendono il titolo di Marinai-Palombari. Il distintivo dei palombari della Marina da guerra consiste nella lettera P che i Torpedinieri Minatori portano sul braccio al disopra della Torpedine, ed i Marinai al disopra dell’Ancora. PAMPÈRO. — Vento caldo impetuosissimo da Sud-Ovest, che sovente spira sulle coste orientali dell’America Meridionale (Brasile, Argentina). Il nome deriva dalle « Pampas », le pianure steppose dalle quali esso ha origine. PANÀTICA. — Nella Marina Mercantile così vien chiamato il vitto che l’Armatore somministra a tutte le persone dell’equipaggio della nave, oppure l’equivalente in denaro del vitto medesimo. PANFÌLO. PANFÌLIO. — Da alcuni si vorrebbe adottare una di queste voci per designare genericamente le 'navi da diporto («Yachts»). A noi sembra che esse abbiano un tono troppo letterario, quasi uno sdolcinato sapore di Arcadia, per poter entrare nella nomenclatura marinaresca. Inoltre, in qualche regione d’Italia, « Panfilo » è un nome di battesimo come Giovanni o Giuseppe. Preferiremmo proporre la voce lusoria ch’era usata dai Romani in quel senso. PANNA. — Lo stato di relativa immobilità in cui volontariamente si pone un veliero, senza togliere le vele, ma con una opportuna disposizione di queste. Lo scopo si raggiunge, ponendo una parte della velatura in modo da ricevere il vento nel senso favorevole al cammino in avanti (in portare) eie rimanenti vele in guisa da ricevere il vento nel senso favorevole al moto indietro (a collo). Le due azioni contrarie si annullano, e la nave rimane quasi ferma. L’immobilità è relativa, perchè non è possibile impedire l’azione del vento nel senso perpendicolare alla chiglia e quindi lo scarroccio (vedi questa voce). I motivi per i quali un veliero in cammino mette in panna, sono ordinariamente i seguenti : Mettere a bordo un’ancora dopo averla tirata su ed aver fatto vela (caponarla e traversarla). . Mettere in mare un’imbarcazione. Misurare la profondità del mare, (scandagliare). Dare o prendere rimorchio Salvare un uomo caduto in mare. Essere in panna. - Significato evidente. Mettere in panna. - La manovra di vele che si esegue per lo scopo suddetto. Far servire la panna, o semplice-mente far servire. - La manovra di vele che si esegue per rimettere il veliero in cammino. Si dà il nome di panna ad una leggiera ostruzione galleggiante fatta con travi di legno per la chiusura della bocca d’un canale o porticciuolo o dàrsena. PAPPAFICO. — Voce italiana, ma non più usata da molto tempo. Indicava nelle navi a vele quadre il pennone e la vela di velaccino (vedi questa voce). PARABORDO. — Specie di cuscini ripieni di sabbia o stoppa, oppure rotoli di corda o pezzi di sughero, che si mettono esternamente ai fianchi delle navi, delle imbarcazioni e dei galleggianti da carico, per evitare od attenuare i danni ai legnami, alle lamiere, ed alle vernici ,negli urti e negli attraccaggi. In alcune imbarcazioni vi sono dei parabordi fissi. PARAFULMINE. - I parafulmini usati sulle navi sono uguali a quelli in uso