TEN — 360 — TER nuvole a cui accenniamo alla voce « cùmulo-nembo », nel cui interno si sviluppano le manifestazioni elettriche caratteristiche del temporale. In dipendenza delle cause che provocano la instabilità dell’atmosfera, i temporali si possono dividere in due classi : Temporali di calore, che hanno per origine una instabilità dell’atmosfera dovuta ad un eccesso di temperatura degli strati inferiori a contatto col suolo. Si producono quasi esclusiva-mente nella stagione calda e sui continenti. Generalmente sono dei fenomeni locali o almeno di piccola estensione. Temporali di depressione o ciclonici, che sono una conseguenza, un fenomeno accessorio, delle depressioni o dei cicloni. Si producono in quelle zone di queste meteore, nelle quali avvengono dei movimenti ascendenti d’aria, abbastanza rapidi per dar luogo alla formazione di cùmuli-nembi temporaleschi. Questi temporali possono avere una grande estensione perchè accompagnano spesso le depressioni per una parte notevole del loro percorso. Nelle latitudini medie si verificano con frequenza nelle immediate vicinanze del mare, in tutte le stagioni. TENAGLIE. — Vedi « tanaglie ». TENDA. - Ciascuna delle coperture di tela che si distendono sui ponti scoperti delle navi e sulle imbarcazioni, per riparo dal sole e dalla pioggia. TENDALETTO. — Ciascuna delle piccole tende che si mettono sui boccaporti, sui pianerottoli delle scale dei barcarizzi, sulle bussole normali, ecc. TENENTE. — Il titolo con cui vien chiamato il Comandante in secondo sulle piccole navi da guerra, dove tale incarico è adempiuto da un Ufficiale inferiore (Tenente di Vascello o Sotto-tenente di Vascello). La denominazione ufficiale è Ufficiale in secondo. TENENTE DI VASCELLO. — Nella Marina da guerra, il grado che nel Corpo dello Stato Maggiore Generale è im- mediatamente superiore a quello di Sottotenente di Vascello. Corrisponde al grado di Capitano del E. Esercito. TENERE. — Si dice di un’ancora quando morde bene il fondo e non ara. Vedi « arare ». Tenere il mare. — Si dice che una nave tiene bene il mare, quando possiede le qualità marine di stabilità e facilità di evoluzione che le permettono di navigare con sicurezza, anche con grosso mare. Tenersi al largo. - Mantenersi lontano dalla terra. Tenersi al vento. - Cercare di non « scadere sottovento ». Vedi « scadere ». Vedi «sopravvento» e «sottovento». In senso figurato, l’espressione tenersi al vento è usata frequentemente dalla gente di mare per designare il contegno di colui che, nell’eseguire una qualsiasi azione, prevede le circostanze più sfavorevoli, ed abbonda in precauzioni per superarle qualora esse si presentino. TEORIA DELLA NAVE. - Lo studio degli elementi geometrici della carena della nave, in relazione ai requisiti di galleggiabilità, di stabilità e di minima resistenza al moto (vedi « resistenza », « stabilità »). TERÈDINE. — Lo stesso che « bruma ». TERZAROLARE. — Prendere o serrare mani di terzarolo (vedi «terzarolo»). TERZARÒLO. — In passato questo vocabolo designava una delle vele minori delle galee. Oggi prendono questo nome quelle porzioni delle vele che son destinate ad esser ripiegate per diminuire la superfìcie di tela esposta al vento, quando questo è molto forte. Le vele che hanno i terzaroli sono : Tra le vele quadre : Le basse vele o trevi (« maestra » e « trinchetto ») e le gabbie ( « gabbia », « parrocchetto » e « contromezzana »), in ognuna delle quali i terzaroli formano una zona orizzontale che si estende per tutta la larghezza della