VEL — 386 - VEL allacciata allo stralletto di gran velaccio ; La vela di strallo di controvelaccio allacciata allo stralletto di controvelaccio. Fra l’albero di maestra e quello di mezzana : La vela di strallo di mezzana, chiamata mezzanella o cavalletta, allacciata allo strallo di mezzana ; La vela di strallo di contromezzana allacciata allo strallo di contromez-zana ; La vela di strallo di belvedere, allacciata allo stralletto di belvedere ; La vela di strallo di controbelvedere, allacciata allo stralletto di controbelvedere (vedi « strallo », « stralletto »). 3a Vele latine. - Vele triangolari che si allacciano con i loro lati prodieri e più grandi a delle lunghe aste che si chiamano antenne, e vengono alzate una per albero, e senza altre vele in aggiunta, salvo i fiocchi che si spiegano a prora e che sono comuni a tutti i modelli di velieri. Vedi flg. 10. Il loro nome è dato dall’antichissima origine mediterranea, ed infatti esse costituivano la velatura delle navi dell’evo antico, e nel Medio Evo quella delle Galee, Galeazze e Galeotte. Quando le loro dimensioni sono troppo grandi, il loro maneggio con pòchi uomini è disagevole ; perciò si può dire che i velieri con più alberi, attrezzati in parte o totalmente con vele latine, dei quali diamo la nomenclatura ufficiale (vedi « velacciere », fìg. 45, « sciabecco », fìg. 47, « feluca », fìg. 48, « bovo », fìg. 50), vanno scomparendo dal Mediterraneo. Oggi l’uso delle vele latine è limitato alle « tartane » fìg. 49, alle « bilancelle », fìg 52, ed a qualche lancia da diporto, fìg. 10. Gli alberi che portano vele latine sono attrezzati a calcese. Vedi « albero a calcese ». 4a Vele auriche (da « auris », l’orecchio, la cui forma esse ricordano). -Sono le vele chiamate randa e controranda (vedi queste voci). Vele a terzo o da trabaccolo - Sono una varietà delle vele auriche, e sono usate su quel tipo di veliero che si chiama trabaccolo e su alcune lance a vela. Di forma trapezoidale come le rande, hanno il lato superiore allacciato ad una breve asta di legno (pen-nola), il cui punto di sospensione trovasi ad un terzo della sua lunghezza (vedi fìg. 46) Vele a quarto. - Come le precedenti, ma il punto di sospensione della pelinola è ad un quarto della sua lunghezza. Vele a tarchia. - Altra varietà delle vele auriche. Sono pure trapezoidali. Vengono distese con un’asta che dal piede dell’albero va, diagonalmente alla vela, ad unirsi all’angolo poppiero superiore di questa. Vela a cappello. - Lo stesso che « controranda ». Vela Marconi. - È la vela che risulta dall’unione di una randa con la sua controranda. È triangolare e non ha alcuna antenna o pennola, ma il suo lato verticale prodiero è interamente allacciato all’albero, mentre il lato orizzontale inferiore si allaccia alla boma. L’unione del lato prodiero della vela con l’albero è fatta mediante dei piccoli anelli legati alla vela, che scorrono lungo una guida metallica impomata all’albero per tutta la lunghezza di questo. La vela si sottrae all’azione del vento abbassandola totalmente col far scorrere in basso gli anelli suaccennati. Questa vela è oggi molto usata nella Marina da diporto, sui velieri da « crociera » e da « regata » (vedi %. 57). Vele di cappa. - Le vele che i velieri lasciano spiegate quando prendono l’andatura di cappa. Sono : la trinchettina, la trinchettina di fortuna, le basse gabbie, le basse vele terzaro-late e la randa di cappa. Naturalmente, secondo la violenza del fortunale, questa velatura può essere ancora maggiormente ridotta.