33° fario, e fu confìgliata al Governo la fpedizione di Taddeo Giuftiniano in Puglia per non far mancare il prove-dimento all’armata full’opinione uni-verfale, che col vicino rinforzo della fquadra nimica, e la coitanza del Grimaldi, potette durar l’attedio ancora per lungo tempo. Dopo pochi giorni in fatti quefta unica fpeme degli attediati fi compì. Verfo il mattino dell! fei di Giugno comparvero fopra il Porto di Chioggia ventitré Galee Genovefi , comandate da un Nobile di quella Repubblica chiamato Matteo Maruffo, il quale mandò fubito alcune Galeotte avanti ad invitare con un tiro di bombarda i Veneziani a Battaglia, e l’invito fu fatto con provocazioni piene di tante ingiurie , e villanie, che ben dimoerò il Maruffo in quel fuo primo tratto l’orgoglio fuo, nè fapea forfè a quali miferie il popolo , che da lui fi fcherniva, avea ridotti i fuoi compagni . A quello fparo , e a quelle voci cori! que’di dentro full’alte cime de’campanili, fpiegarono bandiere , e fecero molti fegni verfo l’armata di Matteo , e accompagnarono que- t quefle indicazioni di corrifpondenza col Cittadino loro , che riguardavano, come l’Angelo liberatore col mandar in alto grida giulive sì forti, che fe ne udì il fracaffo chiaramente dal Campo, e dall’Armata de’noflri, da quali fi tenne tofto confulta, fe ufci-re incontro al Maruffo , o non far moto alcuno. Si aveano alla Lova due fquadre , ambe di vinticinque Galee, una fotto il comando del Do«-ge, e l’altra fotto il Pifani ; più di ventimila uomini nel Campo di Car- lo Zeno , e cinquecento Barche con Giovanni Barbarigo, onde sì riputò, che fi poteffe comodamente, e mantenere nella itefla vigoria 1’ affedio, e incontrar, ma non per all’ora, fen-za tema il conflitto, effendo già in condizione d’intiera fìcurezza le imboccature dei Porti. Ne fi compiacque di tal determinazione l’ardor di Vettore, il quale, o per la vivacità della fua natura , o perchè con fe-gnalata vittoria contra il Maruf-fò , ambiffe di cancellare la memoria della fconfitta di Pola moflra-va , favorire 1’ oppinion dell’ attacco . Matteo vedendo di non poter pene-