RES - 295 - RES derne, quasi prive di alberatura, è assai minore di quello della seconda. Lo studio della resistenza dell’acqua ha portato alla conclusione che essa è formata di tre parti : 1° Resistenza di attrito, dovuta allo strisciamento delle particelle liquide sulla superfìcie della carena. Essa dipende dall’area della superfìcie immersa della nave, dal suo grado di ruvidezza, dalla sua lunghezza, ed è in funzione (presso a poco) del quadrato delle velocità. Non risente sensibilmente delle formo e proporzioni della nave, salvo i casi di cattivo avviamento delle linee. Per velocità moderate questo elemento di resistenza è di gran lunga il più importante ; per velocità elevate esso raggiunge una forte percentuale della resistenza totale e naturalmente aumenta in modo considerevole quando le carene sono sporche. 2° Resistenza generata dai movimenti vorticosi dell’acqua presso la poppa. Questa resistenza è di piccola entità nelle navi di belle forme con curve bene avviate a prua ed a poppa (più specialmente a poppa). 3° Resistenza dovuta al disturbo della superfìcie dell’acqua, ossia alla formazione di quelle onde che ognuno può osservare guardando una nave in movimento. Un’onda si forma dinanzi alla prora, un’altra presso la poppa, e sovente tra di esse, lungo i fianchi dello scafo, si formano dello onde secondarie. Il fenomeno costituisce una resistenza perchè per produrre le onde occorre un dispendio di forza da parte della nave in movimento. Questo fattore della resistenza totale è quello in cui hanno maggiore azione le forme e le proporzioni della carena. La sua grandezza dipende principalmente dalle forme e dalla lunghezza degli « stellati » di prua e di poppa (vedi « stellato »). Per ogni bastimento esiste un limite di velocità, oltre il quale ogni più pic- colo aumento di velocità è accompagnato da un eccessivo aumento di resistenza : anche questo limite dipende dalla lunghezza degli « stellati » di prua e di poppa. La somma delle tre resistenze suddette costituisce la resistenza totale opposta dall’acqua al movimento di una nave rimorchiata o spinta innanzi dallo velo ; in un bastimento a propulsione meccanica vi è inoltre un aumento di resistenza dovuto ai propulsori la cui azione modifica il regime della massa d’acqua intorno alla poppa. Lo studio della resistenza al moto delle navi è stato fatto principalmente in Inghilterra da ingegneri navali di grande valore : i più grandi progressi in virtù dei quali si è potuto raggiungere le elevatissime velocità odierne, sono dovuti agli studi ed alle esperienze doU’ingleso Ingegner Froude. Questi ha determinato la relazione esi stente tra le resistenze al moto dello navi e quelle di piccoli modelli perfet-tamento simili ad esso in un determinato rapporto di similitudine. Le esperienze sui modelli, eseguite in una apposita vasca, hanno consentito un più profondo studio dei fenomeni relativi al moto delle navi, e la determinazione delle forme capaci di ridurre al minimo la resistenza al moto. Vedi « Vasca Froude ». Resistenza laterale. - La resistenza opposta dall’acqua allo spostamento della nave nel senso perpendicolare alla chiglia, cioè di fianco. È la forza che si oppone allo scarroccio e che nei piccoli velieri si cerca di aumentare mediante le « chiglie di deriva ». Vedi « chiglia ». RESPIRATORE. — Designazione generica di quegli apparecchi per la rospi-razione subacquea che consentono di respirare liberamente l’aria contenuta in essi ed opportunamente rinnovata (campana d’aria), oppure quella prò veniente da una pompa (vedi « palombaro » e « scafandro »). Questi appa-