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si formò subito in una serie di norme regolatrici ben distinte da quelle del Diritto terrestre. Alcune regole speciali a<l esso si rinvengono anche nelle legislazioni di Atene e di Roma, ma le fonti dirette degli Istituti vigenti sono da ricercarsi principalmente nello splendido periodo di civiltà marinara che, durante il medio evo, rese ricche e gloriose le città marittime italiane. Queste, inspirandosi alle necessità quotidiane, formarono e riunirono le massime giudiziarie e gli statuti delle corpo-razioni dei naviganti ; le raccolte che ne nacquero estesero la loro influenza sugli altri popoli, e si trasfusero poi nei codici moderni (vedi «Breve cu-riae maris », * Capitulare nauticum », « Consolato del mare », « Ordinamenti marittimi di Trani » « Statuti di Ancona », « Tavola amalfitana »). Anche il Diritto Marittimo è gloria Italiana !
   Dopo la decadenza delle città marinare italiane, e l’incremento di quelle della Francia, della Spagna, del Portogallo e dell’Olanda, sorsero anche in questi paesi delle legislazioni marittime. Le principali furono il « Guidone del mare » (Francia, seo. XVI) e « l’Ordinanza » francese di Luigi XIV (anno 1681). Quest’ultima passò, con pochi cambiamenti, nel Codice Napoleone e quindi nella nostra legislazione.
   Il Diritto Marittimo è autonomo ; ed ha inoltre la caratteristica di tendere all’uniforalità in tutti i paesi. Tale tendenza è necessaria perchè, con lo intensificarsi dei traffici internazionali. l’applicazione di regole diverse a fatti e rapporti simili, cagionerebbe inconvenienti sempre più gravi. Gli Stati tendono oggi alla completa unificazione delle norme del Diritto Marittimo.
   Per il tempo di guerra, il Diritto Marittimo stabilisce delle regole che mirano alla efficace tutela del commercio, tra i cittadini di qualsiasi Stato bel-
ligerante o neutrale, e delle altro norme che limitano o vietano alcune azioni belliche. Però durante la Guerra Europea 1914-1918, il diritto convenzionale sulla Guerra Marittima (le cui ultime fonti erano alcune delle Convenzioni Internazionali elencate ¡illa voce Convenzioni) fu quasi completamente violato. Gli Stati belligeranti, giustificati in parte dall’adozione di nuovi strumenti ili guerra, fecero delle nuove dichiarazioni che costituirono una quasi completa deroga al diritto convenzionale : in seguito, sotto l'impero della passione travolgente e lo stimolo di supremi interessi, da ogni parte fu più volte varcato il limite del lecito.
   Diritto di confisca. - Il diritto che ha uno Stato belligerante di appropriarsi di navi, merci, e materiali, in seguito a provato violazioni di norme di diritto, o di altre convenzioni stabilite o notificate (vedi « diritto di preda » e « preda »).
   Diritto d inchiesta della bandiera. -Il diritto elio hanno sempre le navi da guerra, quando incontrano navi mercantili che non alzino spontaneamente la propria bandiera nazionale, d’invitarle a far conoscere la loro nazionalità. Se una nave mercantile ritarda o rifiuta di alzare la bandiera nazionale, la nave da guerra può costringerla all’obbedienza. Per antica consuetudine l’intimazione consiste in una cannonata in bianco, seguita, se necessario, da un colpo a palla, diretto in modo che il proietto cada in acqua ad una corta distanza dinanzi alla prua della nave disobbediente.
   Questo diritto delle navi da guerra deriva dall’incarico ad esse affidalo della sorveglianza di polizia su tutte le navi mercantili.
   Diritto di preda. - In tempo di guerra, il diritto spettante ad ogni nave da guerra, o corsara, di ciascun belligerante, in alto mare e nelle proprie