7° te frefca quel legno nimico. Giovanni Brianiaifalitane un’altra, la prende; Leonardo Dandolo anch’egli ne vince una terza, ed eiTend’ormai finalmente la comandante Genoveie quartata , mezza rotta , e non più in iftato di foitenerfi in battaglia > dagli altri legni Genovefi vien la-fciata in preda de’noftri . Giungono in tale fiato di cofe le afpettate galee, e tentano di rimetter le perdite de’ compagni, facendo empito nella retroguardia de’Veneziani comandata da Niccolò Bafeglio, Giovanni Trevifano, Pietro Balbi , dai due Valereifi, e da Lodovico Contarini. Ma ritrovata in quc’ Nobili fieriifi-ma refiftenza, e comprendendo di non eflere più a tempo di rimetter la battaglia, fciolte dalla foggezione del comandante, fi volgono in aperta fuga . Dal Contarini , dai Valereifi, e da quegli altri bravi Sopra-comiti fono elleno per molto tratto di mare infeguite ; ma a riferva d’ una , che radendo la fpiaggia Romana, diede in terra alla Stura, e fi ruppe , e fcappandone in fui lido la 71 la ciurma, ne rimafe il corpo in poter dei Valereifi , le altre quattro allargate/! in alto mare, uicendo fuori di quell’ ifolette, andarono fretto-lofamente fuggendo /ino a Genova. E qui fatto fu oliare a raccolta, terminò dopo due ore 1’ oilinato conflitto con la compiuta vittoria del Pifani nel di 30. Maggio dell’ anno medefimo 1378. Fatta la raifegna de’ fuoi, non trovo mancargli , che il Ghifi tra i Nobili, e picciol numero della ciurma ; ma cinque galee Genove/i cariche di vettovaglia, d’ argenti, e della caifa da guerra caddero in poter fuo come pure ottocento prigioni, fra quali, oltre Luigi del Fiefco, furono il Cancelliere dell’armata, uno dei Coniìglieri , e ventun Nobile Genovefe , con le ipoglie di cinquecento, e più tagliati a pezzi. E’ incredibile di quanta efultanza s’empiè l’armata per quella vittoria , la quale , effendoiì riportata in fui bel principio della campagna , alzava gli animi a formar aufpicj i più felici del profe-guimento, e quanto ne foife Vetto-E 4 re