NOTE 1) Milo Shino è nella opinione popolare il secondo eroe nazionale dopo Skanderbegli. Veramente egli è l’ideale del cavaliere albanese; d’animo semplice, invitto e su cui l'onore può tutto.—De Rada. Era amicissimo del principe come appare dal canto XX lib. 2. delle Raps. D. R, che incomincia : Hajin buk si di vles\ir—Skan-derbekku e Milo Sbini; cioè : Stavano a mensa (mangiavano pane) come due fratelli — Skanderbegh e Milo Shino. Questo nostro canto narra una tristissima avventura della sua prima giovinezza. 2) Si urdhuròn ti, szonja même = Come comandi tu, o signora madre, cioè, sono pronto a obbedirti, e perciò ti do la mia fede. La parola d’onore, come si dice, è tanto sacra per gli albanesi, ritenuti barbari, da rendere colui che la dà quasi schiavo di chi la riceve. È celebre tra noi Costantino, il quale la mantenne anche dopo morte. V. Camarda, App. ecc. il canto intitolato : La ballata di Garent ina, che si trova quasi in tutte le raccolte di canti popolari al' banesi. «78 3) Questa espressione mostra come dagli shkipetari la vendetta sia stata sempre ritenuta un sacro dovere. ir Se avviene un omicidio, o una violenza, il consiglio (della tribù) tace; la vendetta è riposta nelle mani degli offesi; ad essa prendono interesse tutti gl’individui della tribù. » — Dorsa. Il Foscolo (Narrarlo«« delie fortune e della cessione di Parva) dice : Gli Albanesi nascono irrequieti, cupidi, implacabili, e si educano nell’amore delle battaglie, delle depredazioni e delle vendette. Preferiscono alle ricchezze li visti del sangue^dei proprii nemici. Tutti i parenti di colui che è stato ammazzato son tenuti a vendicarne la morte; la morte d’un solo uomo spinge interi villaggi e distretti, per lungo ordine di anni, agli orrori della guerra civile. L'amico più stretto del defunto va ramingando di e notte in cerca dell’assassino; dorme fra le foreste o sulla riva del mare; si astiene dal vino, si nutre di solo pane, e mai non ritorna alla propria famiglia, se non dopo di avere conseguito l’intento eh’ei si era proposto. *) Il costume di seppellire la camicia insanguinata dell’ucciso dopo la vendetta, vige tuttora presso i popoli slavi; da questi versi risulta che sia stato anche degli albanesi, tra i quali, fino ad oggi, >1 palicaro non lascia la camicia, testimone delle sue gesta, se non quando cade a brandelli. 5) Vislurdit. Il moine di questa collina parmi che si connetta con quello di Roberto Guiscardo, il quale « dopo di aver preso Du-razzo, da lui cinta d’assedio , passò a Castoria, si impadronì di Arta, mercè il valore di suo figlio Boemondo, e si rese signore di tutte quelle terre sino ai confini della Macedonia. Vi rimase a governarle Bcemcndo; ma dopo una guerra ostinata contro Alessio imperatore, fu costretto a cederle e a rinunziare al diritto acquistato con la ragione delle armi. E’ fama che il sopranome di Guiscardo glielo avessero dito i soldati per indicare la sua qualità di nomo astuto, l'iskdrt è voce albanese che appunto significa astuto. Cosi il Dorsa op. cit. p. 48. E il Camarda nel discorso preliminare alla App. ecc. p. XXV dice : »1 normanni, nel 1081, condotti dal celebre Roberto Guiscardo duca di Puglia e dal figlio di lui Boemondo, il quale corse vittorioso fino al Vardar (Axius), dopo aver conquistato anche Giannina, si fecero padroni della media e della bassa Albania, cioè 179