INTRODUZIONE ALLA XIX BIENNALE La Biennale, in questa sua XIX esposizione, conserva la partizione che le è tradizionale in sezione italiana e sezioni straniere ; la prima nel Palazzo centrale, le seconde nei Padiglioni propri di ciascuna nazione. Ma ad esse, oltre la sezione delle arti decorative intitolata, a Venezia, ne aggiunge per la prima volta un’altra, che è costituita da una unica grande mostra retrospettiva, pur essa intemazionale ; il ritratto dell’800. Diciamo brevemente di tutte, cominciando da quest’ultima. IL RITRATTO DELL’ 800. La XIX Biennale, con tale mostra, vuole recare il suo contributo aU’indirizzo, che nell’arte va determinandosi, di ridare alla figura umana il suo pieno valor naturale, cosi nella correttezza della forma, come nella evidenza espressiva del racconto. Indirizzo in cui non solo consente pienamente, ma che ha si può dire additato sin dal 1928, tenendo per la prima volta una Mostra complessiva della pittura italiana dell’800, e poi nel 1930 e 32 bandendo dei Concorsi a temi ispirati dalla vita fascista. La Mostra attuale si lega quindi idealmente a tutto un programma di risanamento dell’arte, che procede per gradi, riproponendo all’attenzione degli artisti e del pubblico, sia quanto di meglio ci ha tramandato il passato recente, sia quanto di nuovo e fecondo produce la vita nostra, ed estendendo man mano questo programma dall’ambito nazionale a quello intemazionale, dall’indagine un po’ dispersa di un periodo, a quella precisa di un determinato genere e prodotto artistico. Occorre aggiungere che niente meglio e più del ritratto, poteva far sentire a noi artisti quale e quanto cammino ci stia ancora dinanzi, per riconquistare la piena padronanza dei mezzi occorrenti a interpretare e rendere l’uomo, e attraverso l’uomo la società e la vita d’un tempo ? E, sia permesso dirlo, servir di ammonimento a quelle ostinate conventicole di superintenditori dal palato guasto, — 13 —