3l8 / per iilarti la notte unite vegliando fall’inimico con la fcorta di barche armate, le quali occultamente (piando gli andamenti degli aifediati, do-veano fotto il comando di Marco Avo-garo Trevigiano, portare alle galee pronti avviiì. Standoti adunque in co-tal modo intorno Brondolo , lo itri-gneva d’a/fedio ogni di più, bombardandolo continuamente e fcaramuc-ciando ogni giorno per impedire che non v’entraifer viveri; quando falva-ta dalle mani nemiche la galea del Zeno, per infolita correntia gettata fulla fecca del porto, gli avvenne di apportare con la coilanza de’ tiri, con-tra i trincieramenti della lega danno tale, che riduife gli aifediati agli ultimi e il remi . Era folito Vettore la fera far caricare le bombarde, e i mangani , e quando appariva 1’ alba * incominciarli a (caricare ogni dì Copra l’oppoito Moniitero , dentro cui (lava Pietro Doria accampato con lo • sforzo maggiore delle fue genti. Ma benché non paflaife giorno, che tra 1’ un campo, e l'altro non iì gettaifero più di cinquecento pietre da bombarda , nondimeno pareva al Pifani di non \ , 319 .non far quella breccia, che in tanto tempo dovea aver fatta , e che gli aprifie al fine l’opportunità di un aifalto , al quale aniiofamente anelavano . Onde chiamato a fé un celebre ingegnere di que’tempi ch’era in FoiTone, chiamato Giacopo di Mede-cina , lo confultò fulla faccenda , e dettogli il Medecina , che due bombarde di ilrana grandezza aveano in que’dì rovinato Loredo ; volle farne prova. Erano dette quelle bombarde, una la Trevigiana , l’altra la Veneziana, o la Vittoria, e la prima fpa-rava Taifi del pefo di novantacinque libre, e la feconda di centoquaranta. La fera dunque, dopo intefo quefto, in vece di far caricare le bombarde ordinarie , volle che foifero pofte ad ^ ordine queite due, e venuto il mattino, ed incominciato il folito gitto, fcaricata dal forte di FoiTone la Tri-vigiana verfo Brondolo, fece tanto fragore , e rovina , che precipitò a terra, tutto in un colpo, l’alta torre di S. Michele, e ferì, accoppò , ed infranfe la maggior parte del preiidio ivi accampato. Ma il danno maggiore , che vi recò, li fu, che i faifi, e