UNGHERIA maniera trasparente non soltanto il pastello ma anche i colori ad olio. La materia diventa imponderabile ; tutto si fonde nella tonalità, che ci dà quasi un sogno della realtà. Roberto Berény domina nel campo dell’affisso d’arte ungherese, ma nelle sue tele non si rileva punto il sistema di composizione che applica nell’affisso. I suoi paesaggi spirano il fascino misterioso della natura. Egli intona i suoi colori a delicate armonie. Le pitture a tempera di Giulio Derkovics sono dominate da tonalità gialle rossastre. La luce solare, la vita non lo commuove ; osserva l’uomo che lavora, attraverso una lente di orientale rassegnazione turanica. Egli si immedesima nell’uomo che è schiavo della propria occupazione. La sua arte risente del suo vivo e istintivo senso decorativo, e spesso si serve dell’argento e dell’oro. Guglielmo Aba-Novàk è una delle figure meglio precisate e più caratteristiche della moderna pittura ungherese. Formò il suo stile nel suoi lunghi viaggi di studio in Italia, e trovò nuove tecniche per fissare le sue nuove visioni d’arte. Trascura la tela e la vecchia pittura ad olio ; dipinge a tempera su liscie assicelle di legno. Le sue forme potranno sembrare troppo sciolte, e qualche volta non finite, ma è evidente sempre la sicurezza del disegno. Accanto alle forme ben decise troviamo profili evanescenti, accanto a macchie di colori locali e pieni, tonalità trasparenti di sogno. Affianca le macchie di colore nero-bianche e grigie, con i suoi rossi, azzurri e gialli vivi che rinforzano il fuoco delle prime. È fatto per le grandi composizioni figurative, è il maestro dell’espressione. Interpreta il grottesco, come interpreta il mistero del patos religioso. Egli è uno dei migliori e più originali pittori religiosi dell’Ungheria. Béla Czóbel fu a suo tempo uno dei precursori del postimpressionismo ungherese. Le sue naturemorte (fiori) danno nobili armonie di colori. Stefano Farkas è stato già uno dei valori della École de Paris. Il paesaggio che presentiamo, ò indice del suo eletto senso della tonalità e del suo modo di esporre, di buon gusto e serrato. Tibor Pólya si ispira alla vita del popolo ungherese, e sembra continuare le tradizioni della scuola di Brueghel. Colomanno Istokovics dipinge a tempera visioni fantastiche, ritratti trattati fedelmente e motivi figurali. Il suo forte è nella straordinaria conoscenza del disegno e nella sorprendente bravura tecnica. Tratta anche il paesaggio che appare tra le sue creazioni migliori. Aurelio Emòd, pensionato del-l’Accademia d’Ungheria di Roma, rappresenta degnamente la nuova generazione. Per la scultura, dovremo ricordare in primo luogo i nobili busti accademici posati, di Stefano Szentgydrgyi, che rappresentano il Reggente del Regno d'Ungheria c la sua Signora. Giovanni Pàsztor è rappresentato — 387 —