— Felice me, felice Drago! avevo uno ed ora ne ho due. — Misero te, afflitto Drago, n’avevi uno ed or hai nessuno. — Di che schiatta se’ tu, giovane? — Sono figlio della luna, in me vedi la folgore dei cieli, donde casco sui monti sui monti c sulle pianure, e nel mondo ho nome Fede. Disse e agghiacciollo e lo fin) sul luogo, unto che il giovane sopra il dorso gli passò, in quel che a pena con la coda morta vanamente avvinceva le gambe al cavallo. Questo canto manifestamente allusivo alla leggenda di S. Giorgio, pare avesse per scopo di confortare Giorgio Skanderbegh alla lotta contro il turco, dalla quale l’umana prudenza sconsigliavalo. (D. R.) Decifrando I’ oscuro simbolo di quest.) poesia , nella fredda C messa ci è paruto ravvisare i seniori d’Albania che sconsiglia-v no le incursioni in Turchia, alle quali Skanderbegh, adombrato nel conte, pur si risolveva per contrari timori. D. R. ediz. 1866. lib. }». C, IV, p. 7i. ll6