254 occupati porti , diede alle fiamme la bartia , e raccogliendo la truppa alla palata, Iafciò molto denneggiati i ni-mici , e con bella ritirata , falvatoti dal pericolo, ridurte le barche al Cartello, che d’allora in poi, non fu più dalla Lega moleftato, benché sì vicino , e sì comodo alf efpedizioni de’ Veneziani. Là ripoiati i fuoi, gfun-fe da tutti applaudito, ed ammirato, la notte a S. Marta , dove fatta la rartegna , non ritrovò elTer mancati nel fatto d’armi tra nobili, che Antonio Gradenigo , genero , o , come altri vogliono , nipote del Doge , trenta popolari, e dieci barche. Nò poteva la fua ritirata ertere ftata più a tempo, avendoti poi faputo, che il dì apprerto ti reftituirono in Chioggia le ventiquattro galee, dai comandanti delle quali eifendos’ intefo il fuc-ceffo , e la temerità piena di valore del Pifani, ti diedero a pretidiare, e fortificare la Città ancor meglio di prima. Fine del Libro Ter lo. ME- / D I VETTOR PISANI LIBRO QUARTO. Ccoci ormai condotti dal Ten« corfo di queile memorie clll°gg‘a . 1 r . ir una lecon. a narrar i fatti di Vettor^ volta> Pifani in quella parte di queita guerra , che comprende 1’ aiTedio di Chioggia , parte . Per modo famofa, che per diitinguer queita guerra dalle altre trattate fra Veneti, eGenovefi, gli Scrittori tutti 1 hanno denominata la guerra di Chioggia. Se di gran momento fieno fiate le azioni di lui in queit’aifedio, ne lafcieremo il giudicio al lettore; ma