XIV rota; la e corsiva del Camarda (vedi opere citate) e dell’Ascoli (Studi critici — Frammenti Albanesi), usala dal Reinhold e chiara, conte spesso s’incontra anche nella grammatica del P. De Lecce, nel dizionario del P. Bianchi, e negli informi zibaldoni slavo-albano-turchescbi del P. Francesco Rossi da Mon-talto ligure (v. Vocabolario italiano-cpiiotico — Roma — stamperia della S. C. De Propaganda Fide — 1866, e Voc. Epir. Ital.— Roma tip. Poliglotta id. id.— 1875; e le Regole Grammaticali della lingua albanese — Roma-stamp. id. id. 1866), non ho tenuto conto, perché nella nostra pronunzia albano-sicula, come anche nella skodriana e nella ghegha , non si sente affatto. Mi sono invece giovato del segno è per esprimere il suono cu frane., ò ted. che abbonda nel dialetto nostro, e non sì tralascia giammai nella lettura, e che dà, quasi generalmente, una scrupolosa regolarità metrica alle Rapsodie contenute in questo volume. Mi preme intanto dire che, per essere troppo fedele, la mia traduzione italiana è spesso poco XV elegante, ma rende sufficientemente il concetto del lesto. cDi questa, che non so se sia una menda, e di altre, dell; quali pur troppo mi accorgo non essere scarso questo mio primo lavoro (e me ne accorgo da me stesso con molla compiacenza , poiché vuol dire chc avrei potuto far meglio, e lo posso nell'avvenire), mi siano indulgenti i lettori, avendo riguardo alla pochezza dei mici studi e alla mia età giovanissima. Giuseppe Schirò