387 MDYXXI, GENNAIO. 388 nel Consiglio di XXX, et se intendi solum questa provisione ne li casi civili. 189') 1531. Die 19 Jantiarii. In Consilio de XL ad Criminalia et in Maior Consilio de XXVsuprascriptorum. Ser Alexander Bono, Ser Johannes Barbadico, Ser Hironimus Sagredo, Capila de Quadraginta. Il Dominio nostro ha sempre invigilato et previsto con varie leze a la più importante de tutte cosse che é pertinente a la facilità de citadini nostri, el modo dii far el ordinar li testamenti si serva, et perché 1’ occorre di novo più cause et conlroversie, per difeto de li nodari, i quali voleno scriver lutine la exlension di quelli, ponendo vocaboli et parole de sua testa mollo diverse el contrarie a la volutila et disposition de li tesladori contra la sua inlentione, et olirà di ciò par quasi sii impossibile che le stesse parole latine se possino exponer ad unguem in vulgar iuxta l’ordine ¡stesso dii teslador, perchè parie per li diversi significali de li vocaboli Ialini solilizati da le varie astucie de li avocali el parte per le insanabile opinion de litiganti, la volunlà dii teslador se commenta el più de le volte et si expone o al tutto contraria dii suo proprio ordine o solo diversi sensi et significali exposta; però acciò che la propria intention dii teslador sii ad luterani notata senza niuna altra exposilione :. L’anderà parte, che, de coelero, salve sempre et reservate tulle le leze sopra ciò disponente, sia azonto et dechiarido che tulli li nodari torrano li pieghi deli testamenti et similiter li codici, li siano obbligali queli scriver volgarmente et notar quelle proprie et istesse parole che aria il testalor, a fin et efleto che se possi denotar et intender la pura el mera volontà di testatori senza altra exposilione, solto pena a li nodari de ducati 500, da esser scossi 189* Per li avogadori nostri de Comun et privation de la nodaria in perpetuo, à fin che la propria volunlà de li defuncti sortisca ut supra el suo debito efelo{ el questo se intenda sohm de tutti li testamenti che de coetero quomodocumque se farano in questa nostra cilà de Venelia ; et la presente parie sia (i) La oarta 183» i bianca publicala sopra le scale de San Marco et Rialto et intimala a tulli li nodari de questa città nostra. f 33 f H71 — 1 — 162 — 0 — 15 Da Milan, dii Baxadona orator nostro, di 190 20 Zener 1531, ricevute a dì 26 ditto. Da poi le ultime si avisa come si ha, per lettere dii Visla-rino, che quelli giorni il Medico messe ad ordine P armata sua, et recomandato Lecho a li soi capi-tanei, se partì con quella armata, et si conferì a Mus dove dimorò de una note, nel qual tempo chi dice eh’ el messe lì dentro munitione et chi pensa eli’ el levò di là roba, e con Cabrici suo fratello ritornò in Lecho, havendo prima cargato però parte di P armata di vino et altre viluarie, ancora eh’ el Visla-rino P habbi seguitalo ditta armala con le barche di questo signor duca, et scaramuzato con loro con P arlellarie, hnvendoli morii alcuni homeni et ferito diio Cabrici suo fratello, qual poco da poi giolito in Lecho morite, sicome referisse alcuni fugiti di Lecho. Di sguizari non è altro, zerca la costilulion di la dieta, ma, per persone vengono, a boca dicono che la setta lulherana reassume le pristine so forze et che bernesi sono mollo mal animati contra el resto di sguizari, non li piacendo la pace fatta. Sono lettere di Cesare al marchese dii Guasto con P ordine di lenir li alogiamenti a le zenle di sua Cesarea Maestà in Cremonese, le qual sono stà mandale a Roma, dove è andato esso marchese, et le genie continuano a star ne li soliti alogiamenti, et di più sopra quel di Pavia et alla Stradella, per il che questo illustrissimo signor ha rivocato de andiir et mandar in Alexandria, havendo comesso a domino Hironimo Marinono che si conferisca in quella cilà per veder et referir quanto li fazi bisogno. Dal secretarlo di questo signor apresso Cesare si ha lettere, di 7 de V instante. Dii zonzer Soa Maestà in Tornay a li 28 Novembrio, et di 1’ accelo honorevole faloli da quella città, et a li 29 mirando la raina Maria li fo fato el medemo, la qual havea tentà de abocarsi con quella di Franza et la pratica non è reuscila. Scrive che Cesare ha ordinato che le gente hispane per questo mexe fino per tutto Fevrer non dovesseno alogiar sopra questo stalo, poi dovesseno continuar li dilli alozamen-li in altri stati, salvo in caso che non si potesse far di manco de adoperar et usar li lochi de questo signor; el esser stà ordina per Cesare lettere al duca