347 HDXXXI, OHNKAIO. 348 maestà, remanendo però lo duca in pacifico stato mentre elio’! viverà, et in caso che’l prendesse moglie et havesse figlioli et poi mancasse, che pur la concordia andasse inanti nel modo et forma che di sopra si dice, ma a ditti figlioli dii prefalo signor duca rimangi Cremona con la Geradada per conto di la dote di madama Bianca che di ragione non si deve perdere; et in questo nostro signore si affatica quanto può, che se si concludesse sarebbe una santissima cosa, et da esser da ogniut: laudata, et ogni bori christiano si deverebbe affaticare veramente, no è da perdervi punto di tempo. 167* Di Roma pur di 5 zener al prefato duca. Qui già alcuni giorni vene un homo mandato da li 5 cantoni de svizarì per ambasciatore a Nostro Signor, al quale Sua Beatitudine ha fatto et fa bonissima ciera, et quasi ogni sera ha havulo rag-gionare con esso lui due bore, et adesso gli ha promesso expedirlo, mostrando tener gran conto di essi cinque cantoni. In Roma non c’ è di novo cosa degna de aviso. La nova del turco ogni giorno più si verifica, et di qua si sta con grandissima paura. Dio ci metta la man sua. Di la corte cesarea non si hanno lettere più fresche che de 15, le quale non contengono altro di momento se non che la maestà Cesarea havea dato P oficio del tosono al signor don Ferando fratello di vostra excellentia, et che si meteva in via per andar a la dieta, ancora che anche queste nove già più giorni qui serano intese, et mi rendo certo che vostra excellentia haverà prima auto aviso di là che noi. Bel dito di 8 sener al prefato duca. Il vayvoda olirà che a Pambasciator che l’ha apresso di Ferdinando ha ancor scritto a Nostro Signor, con pregare Sua Santità si contenti de in-terponere P autorità sua, aziò che di la concordia ne segua lo effetto, et è aparecchiato di stare a tutte le cose honesle. Di qua è voce che Alarcon ha havuta commissione da P imperatore di guardar et fornir i porti al reame, et reparare dove il lurco e sua armata potesse smontare et prender piede ad un loco et fortificarsi, et che P exercito di Lombardia ha ordine de ritirarsi in qua pur a la volta dii reame. Io non lo scrivo questo di ferma verità, perchè non l’ho da loco molto seguro, ma cosi si dice. Per la questione de li giorni passati fra romani et spagnoli, per cagione di quello Rutiglio Uberigo, ancorche’l fosse bandito con la taglia drieto, et domino Alonso mandato fuori di Roma con spi se-guazi, non di meno romani et spagnoli sempre sono stati sopra di loro, et ogniuno son fornito di arme in casa, et romani hanno comandato un’homo per casa, così forestiero, artefice, come terrazano, alli quali hanno dato P arme a chi non P havea, et comandato che ad ogni picolo grido o romore si cridi Roma Roma Italia Italia, et si riducano a caxa di loro caporione, di modo che è pericolo un giorno non naschi qualche disordine. È vero che spagnoli stanno con assai timore, pur non cessano di minaziar che farano venir lo exercito qua. l)a Milan di li ditto. L’acordo che scrissi si tratava per el marchese de Musso intendo esser rotto, per haver lui dimandato più che l’altre volte, et il Tancio tornarsi alla sua pregione, et il Vistarino ha ricuperalo il ponte che si perse quando fu falto pregione missier Ale-xandro. Dicessi che il conte Maximiam Stampa dà una sorella al conte di Lodrone, si che alcuni restano admirati per non haverla voluta dare ad alcuni grandi personaggi di questo stato, e tanto più che alcune terre che ha nel paese di Monferato a- 168 parlengono ai figlioli di una altra donna che ha havuta. El Taverna senator è andato a Vegevene dal signor duca, chiamato per andar poi in Alexandria, la causa non so; dicono ancora alcuni che li va ancora sua excellentia ma non si acerta. L’ altra opinione (ì) è di sier Lunardo Emo fo 169') consier, et sier Gasparo Contarmi preditto che vo-leno se risponda exorlando il Pontefice a far si concludi la pace fra il redi Romani et il re Zuanne, la qual fata, cesserà questi preparamenti dii signor lurco, con al Ire parole ut in ea. Et parlò prima sier Gasparo Contarmi savio dii Conseio, et fè bona et sotil renga per Popinion sua. Et li rispose sier Tomà Mocenigo, et perchè altri voleva parlar fo rimessa a doman, et comandato grandissima credenza et sagramentà il Conseio. Fu posto, per li Savii tutti, elezer il primo ma-zor Conseio, per scrutinio et 4 man di eletion uno (1) La carta 168* è bianca. (2) Appunto questa colonna e la seguente 169* devono trovar posto dopo la colonna 166* come si è notato più sopra. Il senso lo richiede, ma le carte sono cosi disposte.