11 MDXXXI, OTTOBRE. 13 infralì alquanti turchi in la citadela per una porla falsa che ussiva in terraferma, et poteano intrar ogni hora che volpano a suo beneplacito, et per tal effetto rhoHioti tutti si reduseno in le galìe domenega He sera, menando con Ihoro lutti li schiavi che po-leno prender, zoè doneet puti turchi fino al numero de 1500, et feceno vele, e andorno a Sapienti« et 11 dormiteno quella note. Et lui Alexandro intese , etiarn che inaliti che rhodioti usisseno di la terra inchiodorono tutte le bombarde, cosi quelle dii lu-rion dii molo a San Nicolò come quelle dii caste! da mar. Et poi dito Alexandro vele eh’ el luni da matina se partirno tulle le galìe et andorno al Zon-chio, et lì stete fino a marti a mezozorno, che fo 5 di l’instante, nel qual giorno, licentialo dal capita-nio, se partite e vene qui al Zante, nè sa che volta volea piar ditta armata Eri di note fo visto certe vele di laio venir alla volta dii porto di la Nata, al eh’ieri si judicò esser dita armata, et ozi certitP chati esser quella, expediti aposla lì et li fici intender che doveseno partir de qui : risposeno che erano per partirsi volentieri. Et fici far le proclame per la cìà et per la ixola che non fusse niuno che havesse ardimento andar a lai, nè darli subsidio nè vituaria alcuna, sotto pena di esser apichali per la golla et li beni soi confiscali, et fato pur le guardie ad ordine, aziò non lasino pasnr vituaria ni alimento alcuno, per non far iniuria al Signor lurcho e ben convicinar in questi contorni con li subditi di esso Signor. El magnifico provedadordi l’arma-da se partite zà molti zorni de qui per accompagnar le galìe di viazi, et tiene la volta di 1’ Arzipidago per asegurar quelli mari. 3 Da Corphù, di sier Zumi Alvise Sommo, baylo et capitanio, et Consieri, di 12 setembrio. Come le 6 galìe dii Gran Maistro et una fusta se ritrovava a Strivalli, sicome di 7 scrisseno per Dimitri Magnoli d< Candia. Mó questa matina al far dii zorno se discoperse verso el Butinlrò 6 galie et una fusta che remorchiavano uno schieralo, le qual andavano alla volta di Casoppo, unde judichassemo esser ditte galìe, et armasemo una fregata, et la mandassemo driedo. Et in questa horra zonse de qui el schierazo di Nicolò Cachaiunza, vien di Cicilia cargo di fermenti, certifìcha queste esser le galie che prese Modon, et aver fatto gran botini el quello brasato. Et mandano la sua depositior.e, la qual dice cussi : A dì 12 setembrio in Corphù. Nicolò Chacharonza da Corphù, patron di schierazo, vien di Cicilia cargo di fermenti, referisse come eri, fu a dì 11, sora el Pasù descoperse 6 galìe, una fusta et uno schierazo; judicava fusseno nostre galie, ma da poi che cognosete esser galìe dii Gran Maestro, et come da la galla capetania erra amata andar da lui, unde subito montò in bareha et se ne andò su la galìa che li parse esser capetania. Et apresen* lato al ditto capitanio li fu domanda se l’avea inteso cosa alcuna dii galion patronizalo per Dimitri Pastella, sopra el qual intendevano esser zudei e robe di gran valor: li rispose, da quello non saper cosa alcuna. Poi li dimandò se haveano inteso il fatto seguido di la presa di Modon : li disse di no. El ditto capitanio T aferò per la man et lo conduse in pizuol, et li mostrò una gran quantità di schiavi el le maior che lui diceva esser de quei cadimeni, castellan et altri grandi di Modon. Et ritornato sopra la poppe li disse: El fallo è successo in questo modo. Nili con le galìe et fusta se ascondesemo poco lontan da Modon, et mandasemo uno schierazo con t>0 botte de muscatelli, et solto coverta li metessemo da 100 et più valente homeni, et per patron et guida melesemo uno nominato Scandali da Modon, ar'evalt» in Rhodi, et con el ditto schierazo andò a Modon rechiedendo a quel cadì che, havendofi discoperto una fala al ditto navilio, i fusseno contenti lasarli intrar nel muoio per conzar, et quelli li recusò. Da poi ditto Scandali mandò a quatro de quelli che haveano il governo di la terra una barila per uno di bon muscalcllo, rechiedendoli da nuovo el poter condur el schierazo dentro dal muoio: et havendo loro parlalo insieme, fono contenti che intrase. Et cusì intraii descargò sul muoio alcune bote, el di sopra li fece una trabacha, solo la qual se redusevano alcuni di loro aspetando el tempo di poter exequir quanto haveano ne l’animo suo de far. Et per do zorni non li fu data la occasione ; ma el terzo zorno, che fu a do dij presente, havendo quelli di la torre di San Nicolò, che se al muoio, averte le porle al far dii zorno, questi li asallò et prese. Sentito il rumor da quei di la terra judicò che fra loro di la guardia fose a le mano ; averse la porla, et questi inlrò a l’improvisa ama-zando la guardia. Fece segno con l’artellaria a le galìe, le qual de subito fu dentro dii muoio, el di- 3* smontali in terra preseno la terra taiando a pezi da 1500 persone, el resto fati presoni. Sachizala la