279 UDXXXl, DICÈMBRE. 280 a mantenerlo. Questi dequà, come dicono, non mangiano di far gente per reimpir le compagnie e re-durle al numero di prima, et hanno mandalo a tore do boche de artellarie fin ) a Case, quale si condurano a Lecho per battere il ponte, in loeho di quelle che li sono sta tolte dal Medeghino : et cusì farano di polvere et altre monitione neccessarie per ditta impresa, sichè nel resto sonno reduti nel stalo come prima. Sperano nel Vislarino che non solamente schivaranno li inconvenienti, ma etiamdio oblene-rano la impresa, observando li ordeni ditti. Il messo dii reverendo Verulano scrive da Lucerna, de 29 dii passalo, che lì si diceva che erra morto Martino Lutliero, ma perhò non se teneva per cosa certa, ma che erra ben morlo uno che se diceva el Lampadio con uno suo discipulo, che erano doi grandi lutherani et persecutori di la vera fede. Si ha etiam per ditte lettere che a Rapsiol erano siati do predicatori morti lutherani, a li qualll erra slato sin da Lucerna mandato il maestro de justitia per mozarli la lesta, el che parimente da Lucerna si dovea mandare a San Gaio uno gubernatore con speranza che osniuno havesse a rilornare al vero camino, perchè già in molli lochi de Svizari, fin olirà el fiume Rhe-no, si havea comincialo a celebrare la messa et predicare lo evangelio jusla il rito calholico. Apresso che si ragionava che Bernesi volevano rompere guerra a quelli di Zuricho, de li quali pare che non si chiamino satisfati. Per lettere di 3 dii messo predillo da Zug si ha che erra stata ordinala una dieta per concluder la pace con Basilea, Sciafusa et altre terre, secondo che erra stata conclusa con Berna et con Zurich, con Grisoni et Solidoro, che ditti cinque Cantoni proce-deriano più austeramente et non fariano così facilmente la pace, tenendosi molto offesi che a quelli di Zurich haveano dato favore et soccorsso. Ne la predilla dieia, scrive el ditto che si parleria di le spexe fatte in quella guerra, et etiam per le spexe fatte per le gente italiane, si de li pagamenti come de l’andar et ritorno in Italia, per il che Imeano mandalo uno ambasalor al reverendo Verulano, per causa de dille spese, con ordine che, non po-sendo otenir da sua santijà (signoria) l’andase a Roma. Si ha, per ledere di la Corle Cesarea di 25 dii passalo, che la Cesarea Maestà dovea andare a Tornai per la festività di santo Andrea, et de lì tor-neria poi a Bruxeles, di onde poi alti 28 di questo sarà partita per Ralisbona. Il signor Antonio da Leva, per quanlo riporta il messo mandalo dal reverendo pro-ttionotario Carazolo a visitarlo, è alquanto miorafo. Da Bergamo, di sicr Hironimo di Prioìi, podestà, etsier Simon Lion, capitanio, di 12, ricevute a dì 22 dillo. Da poi la rola data per li soldati dii caslelan di Mus alle gente dii signor duca, dillo castelan ha ingrossata la sua armata con li pregioni per lui fatti, posti in cadena sopra la dilla armala, el dominica proxima passata, borre 3 inanti 134* zorno, dillo castelan in persona ussite per il ponte di Lecho et con tre barche, di le maiore che lui habbi, venulo zoso per il fiume di Adda al locho di Calzimi, dii signor duca de Milano, dove erano farine e altre vituarie per uso di le sue gente, è atorno Lecho, a l’improvisa arsaltò quelli alozamenti dove erano ditte vituarie, e dove erra il barisello di Milan con zercha 20 cavalli, delli quali esso caslelan ne prese 10, et allri 10 brusatì ne lo alozamento, et presi alcuni altri cavalli et bestie grosse, et levò de lì assai bona quantità di farine, vino, formazi e altre vituarie, el tulio ha condutto dentro Lecho. Le gente dii signor duca che sonno atorno Lecho, habu-ta tal nova, venero verso Olzinà, e sopra le ripe dii fiume furono al contrasto con ditte barche dii caslelan che con la preda tornavano verso Lecho, e per quanlo se intende furono morti homeui Ire di quelli dii castelan, et alcuni feriti di archibusi, et dillo castelan pasò et conduse tutta la preda in Lecho, con la qual erra la mulla di domino flironimo Mar-tinon, genlilhomo dii duca, venulo novamente sotto Lecho, la qual da poi per lui è stala recuperala per scudi cinquanta. Da Brexa, di sier Francesco Venier, podestà, et sier Michiel Capello, capitanio, di 18, ricevute a dì 22 ditto. Mandano lettere di sier Nicolò Trivixan, provedador di Asola, e copia di do capitoli Irati di lettere scritte da uno di primarii di Cremona ad uno gentiluomo di Brexa, persona degna di fede: il medemo risona di altre bande. Di Asola, dii provedador, di 17, a li rectori di Brexa. Non mancho di vigilanza per saper di progressi di le gente yspane. Et una altra compagnia di cavali pasò eri de qui da-Po, sonno alozati a Pe-scarol, il resto di la cavalaria alozati lì sul Cremonese, e alendono al viver. Quanto a li spagnoli, ogni zorno ne passa de quà et con grandissimo danno dii paese. Credemo perhò che fra do zorni se debbeno levare et pasarano Copia di capitolo di una lettera scritta per uno di primarii dì Cremona, di IH deeem-brio, a uno citadino di Brexa.