683 ■MDXXXII, MARZO. 684 gnor turco havea mandalo a levar tulli li rays, zoè corniti et marinari che erano al Cuiro per le cose de l’India, per farli venir a Constantinopoli. Sier Zorzi Suati da Corfù mercadante manca da Salonichi hozi 16 zorni, referisse come missier Agustin da Cadìo corfuoto maridato a la Valona, partiva da Constantinopoli zerca un mese, gli re-ferite che’l Signor turco ordinava in furia l’armata da mar, et che era venuto a Salonichi el Ceresano schiavo dii Signor el qual andava scrivendo tutti li homeni per ogni villa, per elezer poi quelli li piacea da meter sopra l’armala, ma non si sapea quanti dovea elezer, et che ’I Signor havea mandato doi comandamenti per tutti li soi lochi, che ogniuno stesero in ordine, et che se assetava solurn il terzo comandamento per muoversi dove comandar^. El Signor, subgionse, era varia la opinion a Salonichi, chi ragionavano che la persona dii Signor non era per moversi questo anno, ma che se’l faria armata et faria qualche picola parte per guardar el suo paese, altri di-ceano che si dovea far grossa armata per far impresa, chi dicea che l’andarla in Cicilia, chi in Puia. Per uno navilio, parli da Brandizi già 5 giorni, referlsse come si lavorava gente a quelli castelli da terra et da mar ma con pieole forze, et che al castel da mar non erano salvo 40 persone et anche a quel da terra, et che erano in grandissima trepidalione per questo moto di Tarmala dii Signor turco, dice che '1 capilanio Arcon era ancora a Napoli dal viceré. 320* T)a Milan, di V orator Baxadona, di 22, ricevute a dì 26 dito. Il Medico partì da Lecbo, come scrisse, con fanti 500, di quali reteniva con sé fanti 150 con pezi 12 de artellarie, el maggior numero colobrine, canoni et mezi canoni, il resto artellarie da campo con tutte le sue carete et altre cose, cari 22 di balote, polvere cari 4 et piche di frassine cari 2, il resto fino al numero di cara 100 et più de sii mobili. Scrive haver inteso che ’1 ditto non havendo compito de pagar le compagnie, queli voleano far violentia, nè acompagtiar li cari fino a Ticino, el è sta Cesare da Napoli, ma per il protho-notario Carazolo si sono abstenuti, el dito Medico li pagerù et anderà a Verzeli. Li sguizari et grisoni continuano ¡1 ruinar el castello de Musso, nè sono pigri, insieme con queli de li territori. Le gente spagnole alozate sul Cremonese non lievano ancora, ma se aspetta altro ordine da Cesare, nè il marchese dii Guasto venirà qui come scrisse, et di lo andar suo a Roma Cesare non è satisfato. Di Ratisbona, sono teiere di Julian da la Specie secretarlo di l'imperator, di 11, scrìtte al reverendo Carazolo. Che a la dieta ancora non é comparsi li principi, ma quelli se aspelavano et se riduriano de brieve; che la Cesarea Maestà dii caso di la gamba era miorata et presto se conferirà in Italia. Scrive, beri ave teiere di reclori di Bergamo, scriveno domino Antonio di Castello haverli dillo 6 pezi d’artellarie fo preparali al Medico, 4 da meler sopra l’armada el 2 a la Chiusa, consi- , gnati per il Feramolino, de li qual li do furono falì butar a Brexa per el duca de Urbino. Parlò al signor duca per haver questi altri 2 pezi, dize el Medico lì haria consignati, pur starà a veder etc. Dì svi-zari nè di Franza nulla si ha. A dì 27, mercore santo. Fo lettere da Con■ 321 stantinopoli, di sier Piero Zen orator et vice-bailo, di 17, 20 et 22 fevrer. Il sumario sarà scrito qui avanti, et etiam di rectori de Verona, di .... con avisi da Zenoa, lì non esser prepara-tion alcuna de armar. Fo falò per Collegio la commission a sier Hiro-nimo Zane, va proveditor in Candia zeneral et restarà poi capitanio, videlicet forzi li arzieri .... da esser messi su l’armata, et se li dà li danari per far armar le galle, li danari è sta mandali, lì arsili sono lì, atendi a quele fabriche a far compirle, el qual andarà fin in Bistria con barca di peola et li montarà sopra la galia Armerà, partirà a dì ... . aprii a Dio piacendo. Da poi disnar, il Serenìssimo, havendo dito heri in Pregadi voler andar hozi a tuor el perdon a San Zuan de Rialto, qual comenzò beri a levar dii sol et dura per (ulto hozi, per compir de fabricar quela chicsia che se brusò, cussi Soa Serenità con li oratori tutti 4, el primocerìo et lo episcopo de Baffo et altri senatori, non molli, tra li qual io Marin Sanudo licei havesse coroto per la morte de mio fradello sier Antonio, andai vestito di ’negro, come si suol vestir questa setimana sanla quelli acompagnano il Serenissimo, et in li piatì per Canal Grande, con pioza menuda, il Serenissimo con manlo de raxo cremexin et cussi la bareta, et si vene a smontar al tragelo di chà da Mosto, et tolto il perdon, per il porlego coperto si monlò in li piati a la staiera venendo per sollo il portego di la draperìa, et zonli a San Marco si andò in chiesia a udir la matutina. A dì 28, la matina. Il Serenissimo vestito con la sua vesta de tabi cremexin et bareta di raxo cremexin vene in chiesia a la messa, con li oratori imperador, Milan et Ferara, il primocerio et lo epi-