503 lutli li sol bollettini por voler intrar, havesse quasi accettalo, non è conveniente che’l ditto nobel nostro vengi a perder il ditto officio, perhò : L’anderà parte che, per autorità di questo Collegio, sia imposto al fedel nostro Anzolo Sanson secretano a questo deputato, che, non obslanle dillo termine passato, debbi accettar la accetlazion sua, et lassarlo intrar in l’officio predillo, come la juslitia rechiede. f De parte 19 De non 2 Non sincere 1 246') A dì 18, domenega. La malina fo lettere di Franza di sier Zuan Antonio Venier orator, da Diepe, di 15 et 18 zener. Il surnmario di le qual scriverò qui avanti. Vene l’orator de l’imperador, et ave audentia con li Cai di X, et li fo dato la risposta di quanto rechiese, secretasi ma. E1 qual....... Da poi disnar fo Gran Conseio. Vene il Serenissimo. Fo stridà i furanti, per sier Piero Mocenigo avogador di Comun, el qual fo longo, dicendo do cose conserva li Siati, zoè conseio in la terra e forze di fuora. Disse assà di la justitia. Strido . . . populari el Ire nobili sier Vicenzo da Canal qu. sier Anzolo, sier Polo Justinian qu. sier Piero, qual è in prexon, et sier Zuan Villnri è in Alemagna. Et noia. Sier Vicenzo da Canal era a Conseio et sohm per 12 ducati vien strida. Fu lello, per sier Jacomo Caroldo secretano del Conseio di X, la parie presa nel dillo Conseio con la Zonla b di 14 de l’instante, zerca li soracomili electi che voleno armar si vadino a dar in nota in Collegio quando sarà la so volta armar, el non armando siano fuora, et quelli non venirano siano fuora, exceluando quelli fossero in rezimeiito, over fuora di la terra. Fu fatto capitanio a Bergamo sier Zorzi Venier è di Prega li qu. sier Francesco, e altre 9 voxe et tulli passoe. Fo butta il prò di Monte vecchio, marzo 1483, et vene per primo il sestier di San Polo. Fo butta la paga di Monte nuovo, di la setiima paga, vene per secondo il sestier di Castello. A dì 19. La mallina fo pioza. Gionse la galla del soracouiito sier Zuan Justinian qu. sier Loren- (l,1 La carta 245* è bianca. 504 zo, era in Istria, vien a mutar galia, et sorse al ponle di la Paia. Da Constantinopoli di sier Piero Zen ora • tor et vicebailo, fo lettere di 29 decembrio 1531. Come havea auto il conto di/confin di Dal -malia. Di quello dii castello di Salona la cosa stà cussi per causa del reverendo Grilli, qual spera aver il possesso de Clissa. Il conio di Spalalo, Al-misa eie., l’averà fra doi zorni, et quel di le intrade di l’arcivescovo di Poliza ; sichè questi mandati per le cose di la Dalmalia ha expedili, bisogna mò attender a quel di Alexandria et di Soria per li mer-cadanti, et aver quel di salnitri, ma ha pa^là con Scander Colebi, qual dice per questa volla il Signor vorà le galle cargi le specie, poi farà conto per li altri anni. È zonto de qui uno capitanio del Sophi, qua! ha rebelado al suo Signor, et è homo di repu-talion. È sialo con il Signor el Imbrain in nudien-tia. De qui si sollecita l’armada et il campo. Scrive aver aulo ozi, che è a di 30, li conti di Spalato e Almissa e quel di le intrate di l’arzivescovo di Po-liza, e li manda dicendo è bon mandarli via presto, avanti il sanzaco vadi in campo. Ozi il Signor ha fatto cridar, nel Bexeslen, campo, et che li jani-zari prepari i loro cariazi ; le maistranze in l’Ar-sena! mulliplicano. Item, fo uu’ allra lettera del dillo, di 30 di-cembrio, drizata a li Cai di X, qual poi fo letta in Pregadi. Di Poma, dii Venier orator fo lettere di 13 fevrer. Come a di 8 ricevete nostre lettere scritte col Senato, con li avisi da Conslantiuopoli, fo dal papa, et quelle comunicoe. Sua Santità rin-gratia et prega il perseverar. Et diti avisi non si credeva per esser avisi di altre bande non cusì conformi ; ma il papa disse adesso vedemo fa gran preparatimi fa il Turco, nui non potemo far altro se non col spiritual, et ancora el potessimo far, ma li Principi cristiani non voleno. Poi disse di Hon-garia, la dieta è perlongala a San Gregorio ; Soa Beatitudine voi mandarvi uno Antonio da Spelo suo camerier per confortar quelli a la pace et a le cose cristiane. Poi l’orator li disse la Signoria nostra era contenta lassar quel maistio Marco Kizo per uno mese eie. Il papa ringratiò, poi disse, la Signoria non mi serve a le dimande ho fate, l’è vero, 10 ho più bisogno di lei, che lei di me, doveria dar 11 possessi, perché son per servirla di quello la volesse. Scrive é sialo col reveren.lissimo Osine el comunicatoli li avisi ut supra, soa signoria ringratiò. Disse queste è gran nove, Cesare non man- 246 MDXXXI, FEBBRAIO.