Ili MÒXXXI, NOVEMBRE, 112 paese, et la inundatione se accosta Ire miglia apresso questa cita. Pur, quando il mal nostro fusse finito 49* con questo, se ne potresemo contentare ; ma la pioggia continua, et le male nove ognhora pur raulti-plicano. Da Cavallaro, territorio de Viadana, c’ è a viso che il Po haveva portato via un pezo d’argere, ma che per virtù di quelli homeni dii loco era stato assicurato. Il comissario di Revere et il judice di quella degagna scriveno, per letc-re gionte heri, a Castel Bressano, ... (?) de la Mantuana, il Po in questa cresciuta haver portala via una grandissima restara et tutto l’argine vechio, et é tanto di tereno quanto è il spacio che è tra la Zovecha et la piaza di San Marco, affirmando che loro tenevano quel loco per rotto, vedendo che era impossibile a poterlo deffendere. Il ju.lice de la degagna de Gonzaga avi-sa aneli’ esso che dal canto suo il Po soperchia li arzeri vechii più de un brazo, et dice che haveva preso tre lochi, dove Phaveva rotto, uno al Goifpho, l’altro alla Caya presso la ruchetta di Borgoforte, et il terzo al Lelebellano, et mostra timore de non potersi diffender s’el rompe da quello canto. Dirò ben che Dio dii lutto ha deliberalo minarne, perhò che quella parte sola de tulle 1' altre dii niantuano, che sono sottoposte alle acque, resta illesa da inun-dalione, havendo il lerrilorio di Viadana palilo anche esso per la rolla di Oglio falla a Sanclo Martino. Madama illustrissima, come Vostra Sublimità può pensare, si ritrova nel maggior travaglio dii mondo, vedendo il suo Stalo in tanta calamità come è, la quale io non haverei mai potuto credere se non 1’ havessi vista con li occhii proprii. Et benché la rotta di Sachella sia la manco dannosa al mantoano di ciascuna di le altre sopraditte, nondimeno a sua excellentia dole più di questa sola che diluite le altre insieme, et questo solo per la observanlia che se porla alla Sublimità Vostra et per il danno che ne riceveranno li suoi gentilhomeni venitiani. Per la qual cosa si è fallo ogni sforzo possibile per diffender il dillo loco, a la cura di la quale è sempre sialo il magnifico missier Petro Babioneda, maestro generale de le entrale, con li commessarii di Governolo et di Sachella, et con una infinità di homeni che hanno sempre lavorato el notte et giorno, per il che, quando per opera humana el si havesse potuto diffender, Vostra Sublimità sia cerla eh’ el si seria diffeso ; ma Dio et la fortuna hanno voluto così, el non è in nostro potere di resistere alle loro operaiioni : solo Dio lo poteva diffender I Per la gran furia 50 d’aqua che concoreva ivi, el per la natura dii silo, et quando non fosse stata la grande curi che se gli è usala, Vostra Sublimità tenga per certo che questo loco seria slato il primo a romper, sicome P è stato P ultimo. Noi qua inlendemo che tutte le fiumare de le parli superiori sono cresciute fuori dii solito, et che non solamente hanno inundato de molti paesi, ma ruinato una infinità de edifici, il che fa creder che questa sia ira de Dio che ne voglia castigar de nostri peccali. Il signor duca mio haveva dillo de volersi partire alli 13 dii mese che viene, da Casale, per condur in quà la sua sposa ; ma credesi che sua excellentia per questa inundatione mularà proposito. Baso la mano de Vostra Sublimità, et in sua bona gralia me re-comando. Alli 31 de octobre 1531, da Manina. Volendo io expedire questa lelera, è venuta la certeza che il Po ha rotto a Castel Bresano. Sottoscritta : De Vostra Sublimità humilimo servitore Beneto Agnello. Copia di una letera di Bergamo, di 29 octu- brio 1531, scrìtta per sier Simon Lion capi tanio. Da novo, de qui, le gente dii signor ducha di Milano ogni giorno vanno sminuendo, sì per il cassar che fanno come etiam che molli se parleno per li longi pagamenti et per il patir fanno, sì di le viluarie come per causa di la mala stanzia per le gran pioze sono state, che zà zorni 8 mai ha fatto altro cha piover, et P aqua Seriana ha fallo molti danni de qui. Et per un, vien ozi de campo, riporla, un capo di squadra dii Pizinardo eri haver tolto da 30 in 40 tra cavalli et mulli al castelan di Mus, li qual haveva mandati a pascolar davanti el castello e sono de quelli P adoperava per li molini. Scrive, la cosa é per esser longissima. Le biave di qui stanno a li soliti precii. A dì 5, dqmenega, da matina. È da saper, eri 51') sera a borre 2 di notte il corpo dii legato, che eri sera fu posto in una cassa senza impogar ni altro, col viso in zoso, con vergogna di soi parenti, fo portà in ut*a barcha a San Jacomo di 1’ Orio senza preli con lui nè altra luse, el posto in sacreslia. La (ì) La carta 50* è bianca.