Uii:> MDXXXr, pitanio, di 27 mener. Come da alcuni zorni in qua risona a questi confini, et tra capi de turchi se ragiona per cosa certa, che ’I signor Turco fa far grandissima preparation di exercito da mar et da terra, et io, indagalo per via de altri, mi vien af-fìrmato li apparali di dito exercito, et lo instesso me li ha riferito uno turco heri capitato de qui, homo veridico et degno di fede, mio domestico et cognoscenle. Poi questa matina, da persone venule da Poliza mi è stalo riferito, come in quel loco'erano gionte Ietere de li soi ambassatori sono a la Porta a Constanlinopoli : il Gran S gnor haver donato, al magnifico domino Alvise Griti, Poliza, et dicono haver visto loro dite letere. Questi zorni é venuto uno novo datiaro al governo dii caslelo di Salina, mandato da la Porla con lelere dii claris-simo Zen, qual lo ricomanda molto a li rectori di Spalalo e Traù, per esser suo stretissimo amico. Esso datiaro promele di vicinar bene et star in amor con tuli ; li ho corisposo con acoglientie eie. Dii ditto, di 3 ievrer. Ilora son avisato da persone veridice, come in questi zorni da la Porta è venuto comandamento a luti questi capi turchi che debano star a bora per bora in ordine et preparati per cavalcar, a qual banda non se intende. Relatione Imita a dì 24 fevrer da persona fide digna. Intendo di boca di uno napolitan, che vien di . Franzo, quel medeximo dixe l’abate servidor dii signor Camilo Paulo Orsino, qual è sia con monsignor de Abranges, mandato in sguizari dal re di Franza per adalar le diferenlie Ira li Cinque et li Otto Cantoni, et quele adatale ha conlrato secreta-mente de tuorli in servilio di Sua Maestà bisognando a le cose de Italia, ita che, per relation di tutti do intendo, che il re di Franza ha inteligenlia secreta con una gran porle de li signori di la Alemagna, quali non voleno assentir esser re Ferandin re di Romani et successive imperator, di uno parenlà, et che l’imperator non possa possieder il reame di Napoli, begchè papa Clemente habbia dispensà in contrario. El li signori voleano ressusitar queslo gorbuio de gran importanza in la dieta de Spira deputata per lo imperador, et dubitando lui etiam pericolar di persona, perchè a questo concoreno le terre franche proibì ld dieta soto colorde peste. Me dice ancora, benché para exlraneo quel dice, tamen referisse, lo eiTeto lo dimostrerò, che ’1 re di Franza ha più ochio al naso in Italia che mai, et EBBRAIO. 536 mostra bafer su Genoa, tamen solo quel color 258* pensa a quel o ad altro, el quando manco se crederà alora se ritroverà in Italia con gran exercito, per quel ha inleso secretamente in Franza da chi il sa. Io riferisco quel mi vien dito, e Iddio fuza il meglio per queslo ¡lustrissimo Stalo, in grafia dii qual continuamente mi ricomando. Data die 23 Februarii 1531. In questa matina, in le do Quaranlie, per il caso dii Nani et altri, parloe domino Francesco Fiania dotor et cavaiier, bergamasco, .avocato per Zanin Borela ; fé rider il Conseio, et dete-bola a li Avo-gadori. adeo il Conseio ave per mal. Da poi disnar, fo Pregadi el leto molle lelere, et poi, per Nicolò Sagudino secretano, do lelere di sier fricolò Tiepolo el dolor, orator, drizate a li Cai di X, una di 18 zener, da Bruxeles, l’altra di 29 dito, da Colonia. Item, tre lelere, drizate a li Cai di X, da Constanlinopoli, di sier Piero Zen, di Fu posto, per i Savi dii Conseio, exceto sier Ja-como Soranzo procurator, sier Francesco Donado el cavaiier, sier Toma Mocenigo savi dii Conseio, li Savi a Terra ferma exceto sier Marin Justinjan, Savi ai Ordini exceto sier Antonio Enzo, una Ielera a sier Piero Zen orator el vicebailo a Conslanlino-poli, in risposta di soe ut in litteris, et li dili voleno oltra quelo si scrive, avisarlo un altra cosa di grande importantìa, di qual fo comandà grandissima credenza, però non la scrivo. Et sier Tomà Mocenigo andò in renga et parloe. Li rispose sier Andrea Trivixan el cavaiier, savio dii Conseio; poi parlò sier Francesco Donado el cavaiier ; li rispose sier Gasparo Confarmi savio dii Conseio, et fece savia et bona renga. Andò le lelere: .... non sincere, .... di no, 19 dii Soranzo el. altri, 179 di Savi, et questa fu presa. Fu posto, d’acordo tufi, un allra Ielera al prefato Zen, con darli aviso per sua islrution, come nui vedendo le armale si prepara, havemo terminà di far armata. Item, avisarlo dii seguito di Schiali, contra quel navilio di subdili dii Signor, et il Pro-veditor di l’armada fo lì, fé restituir eie., levò sier Marin Malipiero era relor de li per farlo venir in questa terra, el qual su le galie morite, al qual se li bario dato il castigo che ’1 meritava. Il luto have-mo volulo scriverli, aziò possi parlar, se li fosse dito alcuna cosa. Ave : 3, 0, 212. Et si vene zoso a hore do el meza di note.