fJDSXXr, OTTOBRE. C6 Fu posto et preso dar a Alvise Roy, scrivati a I’ Arsemi!, ducati 5 di più al mexe apresso 7 ha al presente, in vita soa, qual à il cargo di lenir conto di molle cose, e fa libri grandi, nota mereadi cte. Fu preso conzar li magazeni de salii di San Gregorio, ch’el colmo mina, ut in parte. Fu posto fabriihar la doana di lerra dove l’era prima, et dii fondi si paga ducati 1*20 a I’ anno ai frati di San Zoizi Mazor, con luor li danari, per la fabbriclia, de li dacii se dia incantar ut in parte, dove starà etiam l’oficiodi la Messetaria et l’In-siila, per i quid do oficii si paga di (ilio ducali . . . a l’anno. Fi fo indusialo. 29 Fo laià certo mandato, fato il mese di avoslo, a la fin, per sier Piero Trun, sier Lorenzo Bragadin, sier Jacomo Corner, Cai di X, intervenendo verieri di Murali, di uno dia portar crea per far le fornase, che altri cha lui noi! possi portar : e fo laià, di tulio il Conseio. Di Pranza, fo lettere di sier Zuan Antonio Venier, orator, di 21, da San Lis. Come avanti beri scrisse per via di Lion et di Fiandra. El dovendo il re venir in diligenlia a trovar la serenissima madre, io, per esserli apresso, lassi li ca-riazi, ^l vini seguendo. Et ritrovandosi quella beri a Verberi, li vene nova, come alti 12 di questo essa madama havea finito il corso di l’humana vita, il che fu con summo dolor inteso da Sua Maestà, perchè alliora et più volte è sta vedula lachrimaramara-melile. La sera al lardo vene a Chianlegli, palazo dii illustrissimo Gran Maestro, dove si dice che Sua Maestà starà relirala per (ino che la Corto tutta si prepara di duolo, poi la Maestà Sua si mostrerà, dando ordine al loco di le exequie. lo mi son brinato in questo locho, una legha disiatile, per esser vicino a Sua Maestà. Ozi son andato da monsignor Gran Maestro, dicendo non pirleria al re per esser sta chiamalo per uno secrelario, vedendo dii lutto mulala l’ocasione per il ritorno di Soa Maestà el morte di madama, ma ben si doleva dii caso. Dillo Gran Maestro rispose: « Se alcun altro ambasialore Sarà admesso a dolersi, sarete adinesso' anche voi. Dirò al re, il qual sarà cer tissimo la Signoria babbi vero dolor di la morte di madama, perchè l’é stala amala, exislimata, el honorata dai. . ., el li è sialo bona amicha. Voi venircte a le exequie con li altri ambasciatori, facendo segno di duolo, et perhù saria bon la Signoria vostra scrivesse una lettera al re dolendosi dii caso ». Si ha dillo, madama ha lassalo più di un milion de scudi, ma non è cerleza, di fin-trada dii conlà di Angulem, di Angiù e di tulle le ' I Diarii di M. Sanuto. — Torà- L V. cose dii ducato di Barbon e diversi altri, et si sa eh’ el re li restituì 300 milia scudi già pocco tempo, che essa li havea prestati per la liberatici] di (ioli perfino che frisse compila di exiger la laxa fu posta per dilla liberatimi. Si tien per certo aver almeno lassati 5 over G00 milia scudi, et allratanli di zoie et paramenti di eaxa, havendosi lei diletala di comprar simel coso et essendo stala deliamente presentata in diversi tempi. Il tulio ritorna a questa Maestà, mulliplicando Pinlrata sua, e cesando la spexa di la dilla madre. Di Bruxeles, di sier Nicolò Tiepolo el do-tor, di 7 di l’instante. Eri rieeveli ledere di 10 et 24 dii passato, una,'zercha li tre dolori da esser electi uno di Ihoro per judice Ira il re di domani et la Signoria nostra, l’altra, con li avisidi Modon. Et cusì questa matina andai da la Cesarea Maestà et la accompagnai fin ad un loco, dove si erano congregati lutti li signori et intervenienti per li Stali de questi Paesi per intendere da Sua Maestà l’ultima resolutione di questo governo. Et in via, come essa volsse, li comunicai li avisi, qualli simili essa havia bauli per ledere di l’arnbascialore suo, el Soa Maestà mostrò averli agrali e non disse altro, se non che exstimava che lai cosa relirava forssi il Signor turelio da la impresa conira porlugalesi de l’India. Et dimandata da me di la parlila nostra, mi rispose che havia ad esser presta, ma che noti si erra perhò determinalo ancora il giorno. L’alo di questa malina, nella congregalione dilla, è stà che, postasi a sedere Sua Maestà con la regina sua sorella sopra uno tribunale, fece legere alcuni or-deni che volea che in questi Paesi fossero observali, Ira li quali vi erra circha la religione, la observanlia di le messe el di le confessione solile secondo il costume rito calholico, dove si proibivano tulli 29* quelli che sentissero con qual si voglia sccta contraria, li qualli non si havessero ad admeller mai, nominandosi li auclori di ciaschuna, ma a scaziar o punir et castigar tulli senza risguardo alcuno. Et in questa parte esso imperalor, doppo letto questi in una oralion che fece longa de un borra, si extesu mollo, dove exorlò ciaschaduno con ogni edicalia di parole a voler viver chrislianamente et non udire nè dar recapito mai ad alcuno de li heretiei nominali, o di cui sentisse con Ihoro. Et disse che, essendosi per partire per Germania, li lassiava la regina sua sorella, con li altri depulatti per lui, al governo loro, da qualli sedano con ogni amore governali, et havea voluto farli legere ludi li or-deni soi sopradidi azioclié sapessero a cui dare la 5