251 MDXXXI, DICEMBRE. 252 reverendo domino Zuan Trivisan asserto abaie de San Cyprian da una parte el li dflelissimi nobil nostri Alvise Gradenigo el consorti da l’altra, le qual, oltra che sonno dannose ad essi collitiganti, sono eiiani de inquietation grandissima alia Signoria nostra per le fastidiose et longe contraversie che sopra ogni articulo de essa causa vien per esse parte alla presentia di quella dedutlo, sicliè si convien per quel mezo che justo parerà a questo Conseio far ponerti debito line quando tra esse parte non possi seguir compositione alcuna, sicome ultimamente fu a questo Gonseglio dechiarito che sequir poiria ; et perhò l'anderà parte che per autorità de questo Conseio sia preso et statuito che, non seguendo altra compositiou fra esse parte per luto el presente mese, sii deputato questo Conscio ad esse parte quanto più presto si potrà da poi pasalo el presente mese, le qual debbano venir et dispular lulla essa causa con li advocati sui, et, da poi udite ad saturitatem le raxon sue, tulli quelli dii Collegio nostro siano obligali poncr quelle parte che li parerano per sua opinion si che possi questo Conseio deliberar quanto per juslilia judicherano convenirsi aziò le lite non se fazino inmortale, et maxime della importanza el qualità che è questa, come a tulli è ben nolo. De parie 79 De non 73 Non sincere 31 Iterum : De parte 81 De non 72 Non sincere 33 Nihil captum. Die 13 decembris 1531. In Itogatis. Ser Thomas Donato, Ser Petrus Olocenico, Ser Franciscus Contareno, Sapientes terrae ftrmae. Fu snpienlissimamente deliberalo li superiori anni, attesa la moltitudine et confusione de le leze (1) La carta 121* è bianca. che per la longeza dii tempo si atrovava nei libri della Canzelaria nostra, che fusseno eletti tre gen-tilhomeni nostri, quali havessero a reveder dille nostre leze et metter tutte quelle che parlasseno de una ¡stessa materia urlatolo l’altra, el far quelle altre provisione li paresseno neccessarie per la bona regulation et riformatione di quelle. Li quali, essendo slà eletti, non hanno mancalo certamente di far P oficio loro con tutta quella diligenza che si conveniva, di modo che per il tempo sono stati in ditto oficio ne ha conseguito de la opera loro optimo fruito, havendo eS'O redulle cum bellissimo ordine Iute le leze pertinente al Màgior Conseglio in uno libro, in uno allro quelle di questo Conseglio, et in uno allro quelle dii Colegio nostro, item, redrizale le comission dei rcctori nostri di fuora, quale prima erano piene de cose superflue et che le necessarie diminuite, et similmente il capitolar de li Consieri nostri, unde in vero hanno meritato grandissima laude. Ma restando ancora di reveder el regolar li statuti nostri et ordeni di le cose judicial dii palazo nostro sì civili come criminali, et de li Judecl di Rialto, quali per la forma di la crealion di ditti Coreclori non erano a loro co-messi, et sono, come ogniùno intende, de grandissima importantia né hanno meno bisogno de re-formalione, è conveniente far eleclione de altri Coreclori di le leze che habino el dillo carico, con darli tale commissione et autorità che possino redur le dite cose dii palazo et altri judiei noslri a tale bon ordine che satisfazi al bisogno nostro et al desiderio universal de li citadini et subditi noslri. Et perhò P anderà parte che, per scurtinio di questo Conseio, con bolelini, siano eledi tre zentilhomcni noslri, li quali, visto el ben esaminato li statuti noslri, et trate le leze nostre pertinente alli judicii et alla bona adminislratione di juslilia sì in civili come in criminali, di questa cilà nostra, sì di San Marco come di Rialto, et resecale le anliquità che non si pono nè dieno acomodar al presente uso, di le qual ne sono molle ne li statuti et in li altri libri di la canzelaria nostra, el Quelle che sono revocale, habbiano le altre con accomodalo ordine ad redur in uno o più volumi, come li parerà. Et se li paresse etiam di coregere alcuna di esse o tuor de consli-tutione di le altre dove non fusse stà suficienle-mente provislo, o di redure qualche bona consuetudine in lege, il che per ogni modo si deve far aziò li judiei nostri habino a fundar li judilii loro j sopra firme leze el per quelle judicar, non per consuetudine o arbitrio come al presente si fa molle