581 Vene ]’ oralor del duca di Urbin sollicitando aver li 10 milia ducali presi da dar al suo Signor, et per cose parlicular. Da poi disnar fo Conseio di X con Zonla. Et fu posto per li cai una parie che’l Collegio havesse libertà sora il dazio di la Beccaria far quello li pareva per beneficio dj aver carne in la terra. Et non fu presa, imo fu preso di not perchè si dona mezzo dazio, et tamen la carne si vende soldi tre la lira. Fu posto, dar ducati 60 d’oro al secretario del re Zuanne di Ongaria, zonlo qui, vien di Roma, per tornar con la risposta del pontefice dal suo re. El qual questa matina fo dal Serenissimo in la sua camera, et non ha modo di partirsi di qui. Et fu preso. Fu posfó, dar a Versaico........ qual é in questa terra, aziò possi viver, ducati 25 ; et fu preso. Questo Versaico......... Fu posto, una grafia eh* dimanda sier Jacomo da Mosto qu. sier Alvise, qual vorie andar soracomito in loco di sier Francesco Nani che fo soracomito una muda, et morite, el lui fu messo in loco suo vicesoracomilo e voi tornar soracomito, come doveria tornar il Nani se il fosse vivo, et sia antian di questi si eleze al presente. Et fu preso di no.. Voleano metter una parte, li Consieri polesseno dar licentia a li Savìi di Collegio di venir zoso di Gran Conseio poi siati a capello.'Et non fu messa. Et licentiata la Zonla, il Conseio semplice restò. Et fo compilo di lezer il processo di zoveni relenuli et sono in li cabioni p r quello fu fatto in caxa di Caorlini orexi, el doman saranno expedili. Tre di loro saranno assolti, Mosto, Vendramin et Grioni. In questa mattina in Collegio vene sier Bironi-moZnne, eletto Provedador in Candia, ai acetoe. A dì 6, la malina. Fo lettere di Roma di sier Marco Antonio Venier el dottor, orator nostro, di primo de l’instante. Il.summario scriverò qui avanti. Etiam fo lettere di Ratislona, dii Tic-polo et Contarmi oratori, di 28 fevrer. Di Crema, di sier Antonio Badoer podestà et capitanio, di . . . . Come era morto a Buse, da morie subitanea, Io illustrissimo signor conte (li Caiazo nominato il signor........ fo’ fiol del signor Zuan Francesco da San Severin, di anni 28, olim nostro condutier, et fo casso, et Wa a soldo di Franza con......Questo era mandalo in la sorelia del duca di Camarin, et ha 582 lassà........ ha alcuni castelli su quel .... .... Item, scrive le zente ispane esser levato del sialo di Mitan el andate ad alozar altrove, siccome in ditte lettere si conlien. Il summario scriverò qui avanti. Vene I’ orator di Franza per saper di novo, dicendo era la terra piena esser venule eri leltere di Franza, et desiderava saper di novo. Il Serenissimo li disse non havia auto lettera alcuna di Franza, excetlo quelle che li fu comunicato quanto ha* veano. Vene 1’ orator dii duca di Mantoa, con alcuni avisi di Alemagna el Roma, i qual saranno qui avanti. In questa matina, in le do Quarantie, per il caso del Nani e altri, parlò per sier Francesco Griti pa-gador, sier Zuan Francesco Mozenigo avocato et compite; et poi djsnar parlò domino Alvise da Noal doltor per Zanin Borella, etiam difese il Nani in parte. Et compito fo mandà le parte, sieome disello difesamente scriverò il tulio. Et si è slà Con-segli numero ... Nolo. Di XL Criminali, Ire fono cazadi, sier Andrea Nani, sier Michiel Zane, qual ha lile col Nani, et sier Alvise Malipiero qu. sier Sebaslian, per esser slà camerlengo a Brexa, et aver leste-moniafo. Et andati li Avogadori extraordinari che mena questo caso in Collegio, dicendo ozi expedi- 278* ria il caso del Nani. Et perchè sier Bironimo Loredan el consier è amalato di’ ydropesia et slà mal, per le leze bisogna al placilar de nobili esser Ire consieri, però volseno uno di sora, et falò 5 bo-lelini perchè sier Polo Nani è cazado, uno di qual havia la erose e cavà li altri reslò el più vechio che fu sier Sebaslian Juslinian el cavalier. Et sier Polo Nani etiam andò in Quarantia novissima per certo caso intromesso per sier Mafio Lion olim avoga-dor di Connin, di uno da Chioza. , Fo questa malina in palazo solo il porlego per mezo la porla di la chiesa, havendo lite sier Lorenzo Minio qu. sier Francesco con suo fradello sier Domenego a l’oficio de i Sinici.....et venendo zoso ditto sier Lorenzo, sier Alvise Minio di sier Domenego, qual è cao di sestier, snudò una cortella e li menò su la testa e sul collo di pialo, noi volse ferir, lui si butò in terra cridando, fo grandissimo romor e gran mormoration de lutti etdele la quarella a la A vogaria, poi non fo altro. Da poi disnar fo Conseio di X simpliee per expedir li zenlilomeni retenuli in li cabioni per le insolenlie late questo carlevar, et prima fono as- MDXXXII, MARZO.