481 MDXXXI, FEBBRAIO. 48-2 mato che’l si debba partire. Noi non havendo cosa che sii di maggior importantia, posscndo haver pane, che si possemo levare al manco con cinque galìe, pensamo di ritornare al Levante per cercare ditti corsari. Ma se’l non si fa panatica a Napoli P è impossibile a guardarsi Levante, et bora ci convien andare al Zanle o Corfù a cercare pane, che senza non si può fare. Che se havessimo auto pane si haveressimo trasferiti alla volta di Cavo Salamon per assegurare le galìe grosse di Alessandria. Avanti che andiamo a tuore il pane e che torniamo, scorerà molto tempo, ma non possemo fare più. Quelli Signori doveriano provedere alle cose sue, et non se le dimenticare e mandare qualche soventione a queste galìe, acciò si potesseno intertenire. Non altro. A vostra magnificentia si raccomandamo. Data in gaña alia vela apresso al Pro-dano atti 17 tener 1531. Franciscus Pasquauco provisor Classis. 235* Al molto magnifico messer Nicolò Pasqualigo fo dii claris-simo messer Vittore, fratello honorando. De dì 17 zener 1531, apresso al Prodan a la vela, ricevuta per la galìa sier Zaccaria Barbaro a a dì 22 Fevrer. In Venetia. 236 A dì 14, primo dì de quaresima. In Collegio non fo alcuna lettera, solum da Corfù di sier Iraneeseo Pasqualigo proveditor di l’ armada, di 23 zener. Scrive, come per la galia di sier Zaccaria Barbaro, la qual vien a disarmar, et si parte il dì seguente. Scrive copioso et de impor-tantia. Questa solum spaza per una nave, la qual............... In le do Quarantie redule si seguite il caso del Nani, et continuò il parlar sier Stefano Tiepolo avogador extraordinario, et cussi etiam parlò, poi disnar, pur ancora sul Nani. Li offici non sentano questa mattina, per esser primo di di quaresima, nè li banchi. Da poi disnar fo Conseio di X con Zonta, et prima preseno venir al Pregadi eon la proposta, falta con li Cai, di P orator Cesareo, per lettere di 28 da Cologna. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. 17. Fu preso che sier Ballista Griti qu. sier Francesco, fo vices§racomilo in loco di sier Andrea suo fratello, restò governator in Monopoli, possi armar un’ altra volta per soracomito. Fu preso che tulli li soracomili elecli per questo Conseio e per il Gran Conseio, debbano fra termine de zorni 8, aversi dà in nota di voler armar a li soi lochi, aliter siano fuori di la soraco-mitarìa, et a questo sia excetuado quelli è fuora et è in rezimento. Fu poslo che a sier Carlo Moro, rimasto proveditor a le biave, sia dato una di più per cento, come è slà fallo a li Proveditori a le biave, presenti. Et non fu presa. Fallo Vicecao, loco sier Gabriel Moro, sier Nicolò di Prioli. Fu preso una parte di biscotti, videlicet che si scrivi in Cipro, che mandi 10 milia steri di fermento al Zanle et Corfù, da esser falli biscolli. Nè fatto altro. E1 restò Conseio di X semplice. Noto. In questo zorno, il conte Zorzi el conte Hercules da Marlinengo, quali fono proclamadi, come ho scrillo, è venuti a presentarsi e posti in li cabioni. Se intese sier Maria Malipiero retlor a Schiali Scopuli esser morto in galia, venendo qui. A dì 15, la malina. Fo lellere da Milan di 8. Il summario scriverò qui avanti. Veneno sier Francesco Mocenigo, sier Antonio di Prioli procurator et sier Francesco di Prioli procurator, e altri consorti di Castelfranco, dolendosi di la deliberation falla nel Collegio di le Aque, di mandar fuora sier Hettor Loredan execulor, qual fazi l’aqua di la Brenta vengi fino a la Roxà, et non vadi nel Muson, ad adaquar molini et possessi«« di sopradilli, linde fo suspeso fin luni, che si deciderà col Collegio di le Aque. Li Savi si reduseno separatamente a consultar, e terminorono etiam ozi consultar, et poi domali far Pregadi. In le do Quarantie continuò a parlar sier Stefano Tiepolo pur su le opposition di sier Polo Nani, manca 3, le qual compile da poi disnar. Da poi disnar fo Collegio di Savii per consultar, e doman sarà Pregadi. Nolo. Ilozi se intese che sier Marin Malipiero qu. sier Piero, era retlor a Schiali Scopuli esser morto in la galia di sier Jacomo d’Armer, a di. . ., però che’l Proveditor di P armada lo levò de lì, alenlo le querele di quel popolo, et lui con la moier et fioli veniva via, e di dolor in galìa morite, 31