9 MDXXXI, OTTOBRE. io sier Anlonio, suo cugnado, al qual si poi dir mo-dicum vìdebitis me et modicum non videbitis, perchè, licei sia rimaso dii Conseiodi X, non potrà infrar per la causa di sopra narata. Fo trovado polize per la terra, tra le qual una a la becharia, che la tolse via sier Andrea Sañudo qu. sier Alvine, mio nepole, la qual diceva cussi : « Illustrissima Signoria, provedè a questa gran carestia, che se vui non ge provederè in curto, la faremo nui certe: aviso vui, e nissun sarà contento ». Item, fo manda una lettera a sier Daniel Tri-vixan provedador a le Biave, la qual si conteniva, in sustantia, che si fesse provision a la gran carestia di tutto, maxime di biave, si non, intravedrà un zorno qualche gran inconveniente ; con altre parole di mala natura. 2 Dii Zante, di sier Troian Bon, di 8 se-tembrio. Come a dì 7 scrisse 1’ aquisto dì Modon, per una barella aposta. Da poi, heri zonse de qui a horre 22 uno Alexandro Pagidi subdito nostro, el qual, navegando da questo loco verso Modon, fo preso da una di le galìe rhodiane e menato sopra quella dii capitanio zeneral, et havendo inteso molte particularità in la materia di la perdita di Modon, manda la sua deposilione. Qual è che, navegando, lui fu preso et menato dal dito capitanio. Dal dito li fo dimandà molte particularità; poi, hessendo lui sopra la galìa capitanía a Sa-pientia, dice aver intese le cose infrascritte. In prima dice eh’ el capitanio zeneral di ditte galere è il prior di Roma, nepote dii Pontefice, et di casa di Medici. Et vele come in lutto erano galie sie et una fusla, over bergantín armalo, doe di le qual galìe erano al governo di uno Jacomo Grimaldo genovese, qual è rnexi tre con ditte do galìe è a soldo di la Religión ; di 1’ altra galìa è patron il fratello di uno frà Zuan Brocho cavalier di Provenza, e di la sexta uno frà Francesco Nibia romano; in la galìa dii capitanio generai è patron uno Bernardo Scotto di la rfviera di Genoa. E intese conre erano da zereha zorni 20 che ditte galle manchan lo da Malta, et che veneno in Levante alla drelura, con presuposilo di prender Modon Et come domenega passata, fo a di 3 de l’instante, introno in Modon a horre prima dii giorno, essendo autor di questo uno turcho, ariniraio in Modon, per avanti christiano de Rhodi, el qual se intendea speso con alcuni merchadanli rhodioli. Et referisse, in dille galìe haver inleso che nel modo infrascritto introno in la cilà, zoé le 6 galie sleteno zorni cinque ascose driedo al scoio di Sapienlia, senza che sapesseno cosa alcuna quelli di Modon, insieme con il bregantino armalo ; et havendo menalo con Ihoro uno schierazo da Midta, con zereha tavole 300 dentro, messi sotlo coperta da zereha homeni 110 usati in guerra, da zereha 30 grechi, mandono quello in porto de Modon, con ordine che dieendeseno come venitiani da Venetia con tavole per vender a quelli de lì et comprar vini. Onde, essendo conduto ditto schierazo al molo di Modon, e data la fama di vender tavole e comprar vini, i turchi, che a la custodia dii turion a S. Nicolò al mollo erano, li deleno tre travi per far uno ponte per discargar ditte tavole. Et essendo ussiti di schierazo da zereha 4 compagni, posegian-do lì al muoio, asaltnrono alquanti turchi che guardavano ditlo lurion et amazorno con li pugnali, qualli haveano sotto li vardacuori, de sorte che li atlri turchi abandonorono il turion dii molo et i rhodioli lo preseno, et me>eno le bandiere di San Zuanne. Et in quel medemo instante saltnrno fuora di uno navilieto da zereha homeni 30 da fatti, el qual navilioto veniva tenuto lì dal ditto armiraio, et 2* da le galìe con le barche di notte haveano tragetalo dilli homeni nel navilieto preditto et poi conduto ad uno loco dove si chiama la portella Vecha, et cor-seno alla dilla portella et quella preseno, et eo instanti li homeni 110 el li 30 grechi sopradilti usi-teno et pigliono la porta, per la qual si vien fuora al mollo, et inmediate inlrati in la terra corseno alla porta di terra ferma et quella serono, et poi se messeno ad amazar li turchi, et per spazio di una borra feceno quasi ludo lo effetto, et parie de li turchi fuila di la porla di terraferma scamporno inanti che li fosse stà serata, el parie corseno et si serorno in la citadela, dove è la caxa di l’agà, talmente che quelli che fonno amazati fonno da zereha 100 turchi, el quelli che si serono in la citadela da zereha 60, et si difendeano da rodioti valorosamente con schiopi, piere et freze assai. De rhodioli fonno amazati el capitanio Manzino con tre cavalieri grechi et da soldati zereha 30, et da feriti 40 in 50. Et così sleteno sul combater fino pasate horre 24, et i rhodioti meseno poi scale per montar in la citadela : li turchi si difesero talmente che i rhodioli fonno rebatuti, et da poi con bombarde bombardo-rono la porla di la citadela, et niuna operatione poteno far, perchè la porta erra di ferro el dentro via murata con bon muro. Et poi dillo Alexandro i intese che, venendo soccorso di lerraferma, rhodioti, incompreso che domenega a hora di vesporo erano