109 MDXXXI, (lalo a l’esequie dii Bibiena orator pontificio che morse, ili che li preli si dolseno mollo. Et poi il capitolo di San Marco, nè altro passò, perliochè il Serenissimo volse si dicese Foralion lunebre li in coro per non andar a San Salvador. Et cussi, preparalo il .pulpito, domino Pietro Paulo Varzelio dotor fece Poratione, qual haveva in dosso uno mantil di panno negro, che li fo dato di danari dii legato. Compita, fo falò 1’ oficio per il vescovo di Vegia, domino...... et tolto il cadelelo zoso dii pulpito et porlato in la capela dii baptesemo, c li si melerà in una cassa impegolala, vestilo da episcopo con roclielo et mitria in testa, et si porterà a Brexa, per acqua fino al Frassine. Poi il Serenissimo con lutti si levò, e licentiati li eurozosi, ogniun andono a caxa. La scuola di S. Rocho, in la qual erra ditto legato, li fo dato dopieri bianchi 50, et 50 ne messeno loro. Erano venuti assà baludi, da zercha 500, credendo aver la elemosina, ma nulla haveno. Et ditta scuola poi se inviò per marzaria ; il capitolo di San Marco non si mosse di chiesta. Erano beo 30* iesuati con torzi in mano avanti di lire 12, el 30 frali di San Sebastian, con etiam torzi, da driedo il corpo, i qual perhò non ussiteno di chiexia. Et cussi fo compilo le exequie borre 23 */*• Doman 1’ orator cesareo darà il lasso a li tre hospedali. Et nota, veneno li putì di l’hospedal de Incurabeli et di Sau Zane Polo, che una man vanno vestiti di biavo, l’altra di biancho, a do a do, a ditte exequie, cantando le litanie el dicendo tutti ora prò eo, che fu bel veder. Diman etiam si darà il suo relogio bellissimo, che lien sul scagno e sona le borre, vai da ducali 100, al Serenissimo, per aver cussi esso legalo ordinato a bocha; diman etiam sarano distribuiti i lassi a li soi di caxa. Il residuo sarà di suo nepote, iusla il suo testamento. Nota. Dito episcopo è anni 33 più non ha auto mal, e con pocha febre è morto, sic volente Deo. Etiam il patriarcha nostro è amalato e non sla ben. In questa malina vene in Colegio il canzelier di l’orator di Mantoa, nominalo . . . , et portò una letera dii suo patron, chiamato domino Beneto Agnello .... qual, di Mantoa di 31 ollobrio, scrive al Serenissimo di le grandissime inondatimi di a-que siate de lì, con gran ruina, et maxime dove erra la sua inlrada. La copia è qui avanti posta. Fo in le do Quaranlie, Criminal e Civil vechia, in la qual vene sier Pandolpho Morexiui, consier di sora, in lohco di sier Nicolò Trivixan, consier da basso, et per li Avogadori extraordinarii fo posto novembre. i jo di perlongar il salvoconduto a sier Aguslin Nani di sier Pollo, fino a laexpedilion di suo padre. Ave : 2 di no, e fo preso. Copia di una letera scrita da Mantoa per do- 49 mino Beneto Agnelo alla Signoria nostra, ricevuta a dì 4 novembrio 1531. Serenissimo Principe el illustrissimo signor, mio signor observandissimo. Io credeva ritrovarmi a quest’ bora a Venelia, ma per li infortuni» che ne sono occorsi novamente son costretto tardare la venula mia anclior per otto over dece giorni. Per questo, non potendo narrare a bocca le calamità et miserie di questo povero et infelice Stalo, ho voluto per la presente mia significarle alla Sublimità Vostra, lenendo por cerio che quella ne sentirà dispiacere grande per l’amore sigillare che la porla al signor duca mio patrone. La Sublimità Vostra adunche saperà come zobbia proxi-ma passata, che fu alli 27 dii presente mexe, il Po si ritrovava lanlo basso et secco che in molli lochi dii mantoano si posseva sguazare a cavallo; ma quel dì medesimo l’acqua incominciò a crescere con lanla furia che il giorno sequente la vene in cima de li arzeri. Et benché per la illustrissima signora marchesa el per li officiali di questa cilà subito fossero fatte le provisioni necessarie, che se sogliono fare in simel caso, nondimeno el Po andò lanlo crescendo et con lanlo impelo che non beri l’altro a mezodi el ruppe a Borgo francho, de sotto da Rever 4 miglia, dove ha inundato un grandissimo et fertilissimo paese, dal quale questa cilà sole haver grande parte dii viver suo. Et, tra li altri che han ricevuto danno di questa rotta, son io uno di quelli, per ba-vermi affondato ciò che ho al mondo. Nei medesimo giorno Oglio fece anche esso due grande rotte, una a San Martino, terilorio de li signori di Bozolo, P altra a Marchara dal canto di quà, sul sialo dii Signor mio, la qualle fa un danno inextimabile. Heri poi alle 23 hore il Po ruppe a Scorzarolo, per la qual rolla lutto il Seraglio se inunda, el, che è peggio, P aqua enlrarà in Mantua, sieome ha fallo di le altre volte, quando è rollo nel medesimo loco, per il che ogniuno qui, maxime quelli che hanno le caso iu loco basso, si provede per difendersi che l’aqua non gli entri in casa. La notte passata, alle nove hore, il Po me.Iesimamente ha fallo una rolla a Sachetta, el hoggi a le 17 borre il Mincio ne ha fatto un’altra verso il veronese, ad un loco chiamato Sprancbo tra Ge*-vernolo et Mantua, la quale inunda un bellissimo