357 mdxxxi, dosi che quando Sua Santità pervenir^ ad altra promotione farà etiam questo insieme. Lettera da ... . di 20 decemhre 1531. Sono avisato da Genoa che da dominila passata sul tardi sino a 1* una di matina fu la più crudel fortuna in mare che sia stata vista da 50 anni in qua, et che furono portate le cinere di San Gioanni 173* Baptisla doi volte sul molo de ditte città, non ob-stante il che tutte le nave, quale erano in porto sono siale conquassate et rotte fra loro, et ne sono fondate tre : una biscayna, un’ altra ragusea et uu’ altra genovese venuta novamente di Levante, la quale haveva ancora sopra ancora il terzo del carico; che vi sono morii da 40 homini in circa, li quali volevano aiutare dille nave con ancore et altri instrumenti ; et scriveno che, s’il tempo non dava sentore di lui un poco inanti come fece, che le nave se ripnrorno, che si tiene per certo che tutte o la maggior parte di esse sariano afondate. Oltra di questo, ditta fortuna ruppe il muro fin su la piaza di esso molo che ha rotto parecchi ma-gazeni di sale, di quali se ne è perso più di 8 o 10 milia mine, et che ha fatto altri infiniti danni, per il che ogniuno è restato molto sbigotito, massime che da poco tempo in qua sono state tre o quattro fortune molto aspere e dannose, ma questa è stata assai peggiore. Scriveno etiamdio che é ritornalo quel Grimaldo che fu mandato da la Signoria di Genoa a! signor di Monaco per le nave che’l prese, et che ha ottenuto la liberatione di essa nave, però con tal conditione che la cesarea maestà debba indicare se gli ha da esser pagato il drito o non, et non havendolo pagalo che la resti perduta, et che il ditto Grimaldo ha dato securtà di 3000 sculi per quello serà senlentiato. Altro non intendo da banda alcuna degno di aviso. 174 Copia di una lettera da Roma de...... sener al duca di Mantoa. A questi giorni venero le crudel nuove de turchi portate da mesier Marco Grimano, qual‘hanno spaventato Nostro Signor et tutta la corte ; et parlandomi di ciò Nostro Signor a parte interrogandomi del parer mio quello farebbe Francia et Inghilterra, io gli risposi quello che altre volte ho scritto a voi haver dello a Sua Santità sopra questa materia, et da parte dii re et per mio iuditio el a Gennaio. 858 questo proposito, dicendomi il papa di che si può lamentare Francia ? se ha pagato la taglia non doveva lassarsi pigliare ; gli risposi non doveva anco un imperadore a un re di Francia liraro i testicoli per fargli una burla come hora fa, quanto al re de In* gillerra non potrebbe esser al mondo più offeso quanto è da l'imperatore, el certamente se lo imperatore o altri principi gli movesseno guerra per torgli il reame, la inimieilia sarebbe grande ma non però tanta che ili un gio'rno non si potesse acconciare, ma questi modi che hora tiene di Voler con P autorità sua convincere le ragioni di sua maestà, et vituperarlo dal mondo con volerlo fare littigar in un luogo dove è sicuro che gli iudici dirano a modo suo, questi modi sono tante pugnalate al ro nostro che gli trapassano il cuore. Olirà di questo Sua Maestà fa il torto che fu fato al re Giovanni in Bologna, et le sue protestatone et le offerte lui ha fatto di mettere pace col turco, per il che io fo iu-dicio che nè Francia nè Ingillerra sieno per moversi in questo caso, nè facio conto del mio iuditio, ma lo voglio dire in che termine et di che animo si possano trovare questi principi per quello loro inlendeno, et me pareria esser traditore a tutta christianità, a Sua Santità et a me medesimo, so io noi dicessi a fine che Sua Beatitudine vi remedii potendovi remediare et non volendogli remediare possono essere certi de non si poter valere di l’aiuto di questi doi principi. Gieri il papa fece congregatone de lutti i cardinali, et chiamò anco tutti gli ambasciatori. Sua Santità narrò quauto portava messier Marco Grimano, dicendo lutlo il preparamento grande del turco, quale Luigi Grilli sffirmava ominino sarebbe, ma aggiungeva esso Luigi, haver ditto che sarebbe forsi possibile, tralandosi qualche apunta-mcnto fra christiani questa cosa non succederla, et che se christiani, volevano tratare accordo alcuno esso offeriva il mezzo suo per fare quanto gli sarebbe imposto da christiani, ma che messier Marco dava poca fede a queste parole. Dopo questo, Sua Santità comenciò a dire haver fatto convocare tutti noi li per comunicarci questa cosa, el per mostrarci in quanta miseria el pericolo era tutta Italia, el che lui voleva implorare aiulo da tulli li prencipi, el che desseno danari o genie o quello volesseno loro, offerendosi andare con dille gente in persona, et occorrendo far qualche parlamento sopra ciò de andare in persona dove gli sarà imposto da ditti principi, et che per lui non restaria provisione alcuna indrielo, et che nel stato ec-