L’APPORTO DELL’ITALIA FASCISTA ALLA RINASCITA ALBANESE Le grandi possibilità offerte dalle risorse albanesi, e particolarmente da quelle del sottosuolo, erano note fin dalla remota antichità e la gloriosa Repubblica Veneta ne aveva compilato preziosi documenti cartografici che servirono poi di base per i successivi studi e ricerche, iniziatisi positivamente soltanto durante la grande guerra. Fu appunto allora che si prese in esame, da parte dell'Italia, l’utilizzazione del petrolio, dell’asfalto e delle ligniti, mentre l’Austria si interessava ai ricchi giacimenti di ferro, rame e carbone della regione settentrionale da essa occupata : ma è soltanto il Fascismo che — come sottolineava l’Eccellenza Ciano, nel discorso del 15 aprile 1939-XVII alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni — imprime alla politica italiana, subito dopo l’avvento al potere, il giusto ritmo ed il naturale orientamento verso l’Albania. Sono, infatti, del gennaio 1923 e del febbraio 1924 i due primi trattati di commercio italo-albanesi che preludono alla stipulazione del patto di amicizia di Tirana del novembre 1926 ed al patto di alleanza del 22 novembre 1927 e si può così orgogliosamente affermare, senza tèma di smentite, che da allora tutto il fervore di opere, di studi, di ricerche, di rinnovamento e di rinascita albanese reca un nome solo e una sola impronta, l’impronta e il nome dell’Italia di Mussolini. Non è possibile, per l’indole di questa pubblicazione, presentare un quadro completo, organico e dettagliato del potente moto impresso dall’ala fascista alla ruota della storia, della civiltà, della vita albanese, infiacchite e isterilite da millenni di dominazione turca. Ci limiteremo pertanto a trac-