successivo. Lo documentano l'offerta della corona albanese a Carlo Emanuele di Savoia (1592) ed a Ranuccio Farnese duca di Parma (1615), nonché le ripetute invocazioni di intervento fatte dai maggiorenti albanesi al Papa, alla Spagna, alla Repubblica di Venezia, il fiero diniego sempre opposto all’accettazione della leva militare e le numerose sollevazioni, una delle quali — particolarmente — sembrò dovesse segnare l’inizio di un « novus ordo » per quel Popolo valoroso, cavalleresco e sfortunato. Il Pascià di Janina, Alì, Governatore dì Tepelenì, riesce infatti — verso il 1815 — a costituire un governo autonomo, indipendente da Costantinopoli, trasformando l'Albania in domìnio proprio : ma alla di lui morte, nel 1820, il paese ricade in schiavitù sotto il Sultano. Nel 1878 la popolazione insorge contro le decisioni del Congresso dì Berlino che, decretando il quasi totale smembramento del territorio albanese, lo aveva attribuito agli Stati limitrofi, ed è dì quest’epoca la costituzione di una Lega per la protezione e l'autonomìa albanese, che manterrà accesa la sacra fiaccola dell'indipendenza e spianerà la strada alla rinascita skipetara. Solo nel 1897 — obbedendo finalmente agli appassionati richiami che, da dieci anni, il lungimirante precursore dì una più grande Italia, Francesco Crispí, oriundo egli stesso di ceppo albanese, non sì era stancato di reiterare — il Governo italiano rende pubblica la sua decisione di non volersi disinteressare delle sorti dell'Albania : e nel convegno di quell'anno, avvenuto a Monza tra il nostro Ministro degli Esteri e quello Austriaco, sì gettano le basì dì una comune politica albanese che, da parte nostra, si concreta in dibattiti alle due Camere, viaggi di studio e dì esplorazione, istituzione di scuole italiane in Albania e albanesi in Italia, uffici postali italiani a Durazzo e a Valona, regolari linee marittime sovvenzionate. Nel 1911 gli Albanesi profittano dell’attacco italiano alla Turchia per ribellarsi ancora una volta al Governo dì Costantinopoli, tenuto allora dai Giovani Turchi, che — quasi a ludìbrio del disinteressato aiuto già prestatogli dai patrìotti albanesi — avevano imposto tasse esose, tentato di reìsti-tuire ¡I servizio militare obbligatorio, calpestati in tutti i modi il sentimento e le tradizioni albanesi. La ribellione viene soffocata nel sangue : ma presto si riaccende e gli insorti, occupando Schoplje e premendo su Monastir, ottengono qualche sporadica rivendicazione (1912).