NOTE 1) Pile. È la più bella e ben levigata pietruzza di fiume, di forma ovale, che fa parte delle sei volje, o voje (alb. sic.) accennate nella nota terza del canto XII della parte prima. Con esse le fanciulle giocano gittandole in alto e raccogliendole poscia nelle mani. Traccia di questo giuoco puerile parmi rinvenire nel frammento del canto i° raps. D. R. ediz. Flam., che è il seguente. Luaj njé vàiszè me njé mole, ?tiij pèrpièlj e e mirrj ndè gjii; asdaidhe i flisj jeta : — Lule jee, lule tè thonè, lule jee per t’én Szonè. Giocava una fanciulla con una mela; gittavala in alto e riceveala nel seno; e intorno favellavale l’universo : — Fiore sei, di fiore hai nome, fiore sei servato a Dio. 306 2) Mi giovi riportare il canto tradizionale intitolato dal Ca-marda (App. ecc.): Il matrimonio del vecchio; e pubbl. anche dal De Rada op. cit. Si posero in via nove giovani, si posero in via da Venezia, per trovare nove donzelle, nove donzelle albanesi. Incontraronsi col vecchio. — Vengo anch’io vecchio con voi? — Vieni pure, o signore, sebbene tu sia vecchio. Se noi andremo a cavallo, il destriero ti porterà con noi, ove andremo a piedi per sciogliere le membra, ti faremo un bastoncello per via, in un cespo d’erica. In quel paese dove andarono, gittarono le sorti sulle fanciulle elette. E la più bianca, la più morbida toccò al povero vecchio. * Tosto si separarono dagli altri e s’avviarono soletti il vecchio e la donzella. Solitaria poi trovarono una fonte presso la quale stettero a prender cibo. — Siediti, o vecchio, chè sei stanco; riposati alquanto. Al vecchio sopravvenne il sonno della donzella in grembo. Essa, ch’era assai scaltra, tolse il velo del suo capo e gli chiuse gli occhi; sciolse il cinto dalla vita, e gli legò le mani, le mani e i piedi. Delicatamente levossi e si allontanò andando lesta e diritta 3°7