18 — to, la osteggiano e la insidiano, formando nuclei di resistenza che fanno capo alla irriducibile famiglia dei Comneno. Nel 1230 il secondo Impero bulgaro si estende fino all’Adriatico. Michele II, pur esso della famiglia Comneno, si impadronisce animosamente della despotia, accentuandone il carattere albanese e nel 1258 impalma la propria figlia Elena a Manfredi, erede al trono di Sicilia, iniziando così un nuovo legame dinastico tra l’Italia e l’Albania che porterà a Carlo d’Angiò nel 1272 Durazzo, nel 1273 Berat e, nel 1279, l'intera despotia di Epiro. Si avviano allora attive e proficue relazioni tra l’Albania e il Reame di Napoli che colà governava per mezzo di Luogotenenti* riuscendo a resistere lunga pezza alle ostilità bizantine : ma, nel 1292, Bisanzio prevale sugli Angioini e l’Albania ricade nella confusa anarchia di Signorie effimere, di miopi Principati che, nella preoccupazione meschina di puntellare la propria formazione feudale o tribuale, non riescono ad impedire l'instaurarsi della dominazione serba. Nel 1334 Stefano Duscian riunisce in un grande Stato l’Albania, la Macedonia, la Tessaglia, l’Epiro e parte della Grecia, proclamandosi Imperatore dei Serbi, Greci, Bulgari e Albanesi. Con la caduta del Regno Serbo M389), Venezia — allarmata dal risorto pericolo turco — è la sola a non rimanere inerte di fronte al destino dell’Albania, la sola ad opporre animosa resistenza alla penetrazione mussulmana, contrastandole passo a passo, per secoli, il dominio di Scutari, Durazzo, Alessio, Kruja, Valona, Butrinto, delle isole Ionie, di Patrasso e di Lepanto. La savia politica del Senato veneziano in confronto delle città costiere non fu però egualmente energica e previdente per i paesi interni : e se a codesta imprevidenza si aggiunge lo scarso aiuto dei Pontefici e delle Potenze cattoliche nella lotta contro i Mussulmani, non può recare meraviglia che la pressione turca abbia finito per trionfare e la eroica resistenza della Serenissima per essere infranta. Nel 1443 s'affaccia alla ribalta della storia albanese Colui che di essa impersonerà tanta parte, che riempirà delle sue gesta leggendarie non solo il breve periodo di cinque lustri che il destino gli consentì ancora di vita e di battaglie per la sua terra, ma un lungo spazio di secoli il cui cicio non è ancor chiuso e non si chiuderà forse mai se — come dice il canto