LA GLORIA DELL’ARTE 103 vevano conquistarla, e dal lido in faccia alla grande distesa, sentian quelle promesse rinfocolare i loro ardori, quelle minacce riaccendere le energie, rinsaldare le volontà. E la storia di Venezia nei primi secoli è appunto tutta una lotta per la conquista del mare, che ha non il suo epilogo, ma il suo trionfo massimo e difinitivo con la conquista di Costantinopoli di Enrico Dandolo (1204). E in quel tempo che Venezia comincia ad assumere la sua mirabile veste d’arte; — i cavalli di bronzo che Enrico Dandolo avea recato da Costantinopoli, furono apposti sul frontone della Basilica, quasi trionfale quadriga trainante pei secoli la gloria di San Marco. Gli antichi pescatori insulari, i profughi delle campagne e città venete e friulane, con la forza romana di cui erano eredi e continuatori, non pur la vita s’ eran conquistata, ma la agiatezza. Ora bisognava conquistare la sicurezza per raggiungere l’opulenza, e a ciò pensarono con romana sagacia politica, così che il secolo che s’apre con la presa di Costantinopoli, che rappresenta la conquista dei mari, si chiude con la Serrata del Maggior Consiglio che, col trionfo definitivo della aristocrazia sapiente, nel tempo in cui i Comuni italiani stavano cadendo, assicurò a Venezia l’indipendenza e la libertà. La congiura di Bajamonte Tiepolo (1310) e quella di Marin Falier (1355) sono le ultime lotte interne felicemente superate dalla Repubblica già secura nel suo cammino. E son questi i secoli in cui l’arte inizia a Venezia i suoi caratteristici splendori. Questo popolo vigoroso, che ormai era potente e ricco pensava ad abellire, rassodandola, la sua sede. I primi edifici di legno s’ erano venuti trasformando in pietra, e il tempio di S. Marco, simbolo assiduo della vita di Venezia, dopo la conquista di Costantinopoli cominciò a ricevere, con le im-