IL VANTO DELLE LETTERE 41 Rinascimento italiano. L’arte della stampa (introdotta noi 14G8), grazie alla libertà e al commercio, trovò immensa fortuna; e presto da cinquanta officine si riversarono migliaia e migliaia ili libri greci, latini, italiani, tutti i capolavori dell’ antichità, ricercati avidamente oltralpe : onde sì rapida fu la diffusione del- 1 ’’Umanesimo per ogni paese d’Europa. Quanta dottrina, quanto fine gusto, quanto lavoro ! Chi mai, dopo ciò, vorrà far colpa a Venezia, se non contribuì con vere creazioni alla letteratura? — Nemmeno Pietro Bembo (1470-1547) merita fama per questo, bensì per essere stato legislatore della lingua fuori di Toscana, e per aver insegnato nella prosa e nel verso agli Italiani il culto della parola: fatto storicamente importantissimo, che per opera de’ bembisti Venezia parve, dopo Cambrai, sentire più che nel passato un vincolo ideale con la futura nazione italiana. Non glorioso, ma fu certamente copioso e vario il contributo delle lettere nel Cinquecento : basta ricordare i versi latini del Navagero, quelli italiani del Molin, del Ve-nier, dello Zane, di Celio Magno, le tragedie del Dolce, le commedie del Calmo, le novelle dell’ Eri/zo, le Lettere amorose del Pasqualigo. Letterati si contavano, si può dire, in ogni casa patrizia; abbondavano in ogni ordine ili cittadini: e 20. Fot. /Vc?y<3. Chiesa dei Miracoli.