44 II, VANTO DELLE LETTERE Che se a Venezia, come in paese libero, cercavano più sicura dimora gli avventurieri della penna, schiera numerosa nel Seicento, era in cotesti irrequieti, che i principi temevano e compravano, e la Chiesa molestava e per seguitava, più di un accenno di ribellione al presente e al passato : e il Siri (di Parma) potè quivi intraprendere la vasta opera del Mercurio e stamparne i primi volumi ; il Brusoni (di Badia Polesine) potè scrivere la singolare trilogia romanzesca della Gondola del Carrozzino della Peata ; e Ferrante Pallavicino (di Piacenza) i terribili libelli,per colpa dei quali a 29 anni lo •22. ei.ist.it. A. e. raggiunse, nell’agguato d’A- _ vignone, la scure papale. Di nessun capolavoro si accrebbe la letteratura italiana, tuttavia novelle forme letterarie cercavano il cammino dell’arte: clic Venezia fu la culla del romanzo nel Seicento (Biondi, G. Frane. Loredano) e la seconda patria del melodramma : mentre la novella (Sagredo, 1’ Arcadia in Brenta) e la satira (Va-rotari ecc.) si aprivano l’adito al secolo seguente. Intanto dai teatri delle lagune, gloria del tempo (t. Monumento Coiieoni. San Cassiano, Andromeda, 1637 : prima opera pubblica), la musica diffondevasi con onore grandissimo nei teatri di Germania e di Francia. fi. Non si può negare che fino alla Rivoluzione inglese del 1RS8 non fosse il governo della Serenissima, celebrato in Italia, in Inghilterra (Harrington), in Francia,