56 IL DIALETTO A VENEZIA Il Veneziano si accorda invece col Gallo-italico in altri fenomeni : nel perdere le consonanti intervocaliche t, d (cruo crudo, amia zia, dal lat. amita, fimo ; sentar da sedentar) ; nel ridurre ca co a ga go (figo, amigo) ; e il p a v (ava ape, loro lupo); nello svolgere il cl, gl in c (i), g (i) (ciave chiave ; ma nei più antichi testi ancora il tipo intatto clave ; e così piantar piantare) ; nell’ avere, invece del ce ci, ge gi italiano, delle sibilanti: seola cipolla, voze voce, braso braccio ; zirar, zogar, pezo ; pese pesce). In fondo, è d’ accordo col Gallo-italico anche nella mancanza di vere doppie ; ma in Veneziano il fatto colpisce di più perchè, mentre il Ligure, per esempio, pronuncia gatti gatto con a breve, cosicché il t par quasi doppio, il Veneziano pronuncia Va piuttosto lungo. Ma un venez. fato si stacca dal tose. fatto solo perchè il tt si è scempiato, mentre in origine Veneziano e Toscano andarono d’accordo nel-1’assimilare il lat. et in tt ; invece gran parte del Galloitalico ha piuttosto, dal lat. et, il caratteristico it (genovese arcaico faitu ; confronta il francese fait). Propria del Veneziano è la speciale pronunzia del l tra vocali, che quasi dilegua. 4. Se ci volgessimo ai testi più antichi, che suppergiù sono contemporanei a quelli degli altri dialetti italiani, e cioè appartengono al sec. XIII (Volgarizzamento dei Distici di Catone ; romanzo di Tristano, ecc.) troveremmo condizioni assai diverse: si son già ricordati gli antichi cl e pi ; e bisogna aggiungere almeno che