243 MDXXVI1I, APRILE. 244 Da Vicema, di reofori, di 15. Come quelli si rendeno dificili, dicendo........ Da Verona, di reofori, di li. Mandano una deposition di uno tornato di la dieta di Ysprucli, come è risolta in far loro 20 milia fanti per venir in Italia, di quali zà sono fati 8000, et si principiava a dar danari. 164* Di sier Tomà Moro proveditor zeneral, da Cassati, di 13. Come, havendo scrito al castelan di Mus do lettere per haver l’artellarie li fo imprestate di Bergamo, le qual fo date per battere Leco, però li vogli restituir, eie. Il qual castelan li ha risposto, come non voi scriver per bon rispetto, ma manderà uno suo messo a parlarli ; al qual li darà fede eie. Da poi disnar fo Pregadi, et vene lettere di Vicema, di sier Carlo Contarmi proveditor generai, di 13, hore 2. Del suo zonzer quella malina lì, et ancora non è zonto il signor Capitanio zeneral, qual doman sarà, nè domino Antonio da Castello. Manda una relation di uno suo explorator veridico ritornalo. La copia sarà scrila qui avanti. Fu posto, per li Savii del Conseio et terra ferma, una reformalion di pagamenti di le fanlarie in campo è con il provedilor Moro et altrove in Lombardia, videlicet de coetero habbino per paga scudi 3 a raxon di lire .... l’uno, come coreuo, che prima haveano lire 18, et siano pagati ogni 36 zorni, el si dagi di page morte a raxon di 15 per 100 da esser pagali a la baneba a h homeni et non dati al suo capilanio, ut in parte. La copia sarà scritta qui avanti. Et sier Francesco Morexini fo savio a terra ferma conlradise, dicendo non è tempo di far quesla movesla al presente, non vieu pagate le lire 18, li volemo dar 21 per tanto manco pagarli: però sia bon indusiar. Et il Serenissimo si levò, dicendo si non si fa questa provision il campo si disordinerà, con la carestia che è non poi viver un fante con lire 18, laudando la parie, eie. Andò la parte : .... di si, 33 di no, 9 non sinceri, et fu presa. 165 Di sier Carlo Contarmi proveditor zeneral, da Vicenza, di 15, hore 2. Manda questo riporto di uno suo explorator. Quesla notte è ritornato a me il mio ho man- dato zà alcuni zorni a Yspruch, qual mi riporla, che a li 8 del presente mese la dieta di Yspruch si risolse mollo confusa et con mal contento di quelli signori capitane!, perchè si risolseno al tulio non voler dar danaro alcuno per non haver il modo; ma che dariano le genie ubligate el li comandarono ad ogni sua ¡stantia. Queste gente dicono esser fanti 10 milia. El signor duca di Bre-svich et domino Marco Sieth con il Castelallo, et il capilanio Tegen et alcuni altri capilanei sono andati a Fres loco del reverendissimo episcopo di Augusta, lonlan da Yspruch lige 5, dove efiarn il dillo mio ne andò, el li fece prima la monslra de le genie del dura di Bruxvich, quali sono cavalli 800, quali subito furono a viali a la volta di Yspruch per venir a Trento, et fece etiam la monstra di alcuni cavalli mandali per il duca Vieimo di Baviera, de li quali è il capo uno suo nipote che si aconziò con il principe Ferdinando; li quali cavalli erano 200, ma questi andariano verso Yspruch per imbarcarsi per andar a Viena a trovar il Principe. Quelli signori che erano reduli lì, subilo expedirono uno in Augusta, cussi dicea per luor denari, tainen lui dice haver inteso che lì mercadanti di Augusta non voleano dar fuora danari se non erano segurati, perchè le lettere di cambio di la Cesare Maeslà dicevano per alira-lauti si doveano pagar de lì, però voleano esser chiari fosseno stà pagali, aut esser c.iuti di quello dariano ; ma che non posevano per adesso dar più di fiorini 50 milia. Dice etiam che, hessendo lui a Fres, gionseno dui quali si diseva venivano dal signor Antonio da Leyva et castelan di Mus, el si dicea haveano portalo danari assai; ma si forzò intender il numero de i dilli dinari, et li fu dillo erano ducati 10 milia. Questi erano acompagnati da doi manloani. Li fu dillo erano hoinini del si gnor Alvixe di Gonzaga. Si parti poi esso mio messo et tornò a Yspruch, et li vele erano alcuni che si dicea esser capi di gente comandati, a li qual era stà imposto si melesseno ad ordine aziò 165* subilo chiamati si dovesse metter a camino; li qual si partirono molto mal conlenli. Si parli poi per venir a Trenlo, el dice che a Bolzan el Persenon ha veduto sopra alcuni balconi certe bandiere, non però ha veduio gente alcuna inesser, nègionli. A Trento ha trovato che si dicea ejsser stà preparali molli alozamenti; etiam vele da zerca fanti 20 italiani quali erano venuti per tocar danari, con li qual parlò lungamente, el li disseno che erano veuuti per tal effeclo, el che li erano