119 MDXXVHI, MARZO. 120 del Vayvoda è molto honorato et carezato. Questi hanno mandalo IO nave a cargar di formenti per far biscolti per lo exercito et mandarli in mar ma- zor a la bocca del Danubio. Scrive come...... che i voleno andar a far vendetta contra quelli non ha servà la fede al Papa di Roma et ha sachizà quella terra. Scrive li formenti de li é montali. Da Ferrara di sier Gabriel Venier oralor, di .. . Del zonzer lì con il signor duca di Milan per ritornar a Cremona. Fu posto, per li Consieri et Cai di X, che a quelli di la Patria di Friul, a conto de l’imprestedo, li sia fatta la reslitution di danari del sai di Udine, sì del presente impresiedo, come del primo impre-stedo posto adì 21 Zugno 1527, videlicet in anni Ire, il primo comenzando questo primo Marzo 1528, ogni Ire mexi la rata, sichè in anni Ire siano pagali et in altri anni tre questo altro presente, quali del 1531, 1532, 1533 siano satisfatti, zoé ogni tre mexi la rala. Ave 21, 3, 3. 76 Copia di una lettera di sier Tornò, Moro prò-veditor zeneral, data nel campo a Gassan a di 20 Marzo 1528, hore 10, scritta a la Signoria. Serenissime Frinceps eie. Questa mattina expedii le ultime mie a vostra Serenili cum li avisi mi oecoreno ; da poi non si ha Imbuto altro. Expectavemo qualche aviso dal castellano di Mus per esser meglio informali del successo, che non è venuta cosa alcuna, salvo che da domino Pelro Longena habbiamo lui esser stalo fin sotto Ulzinà, et haver inteso lì come inimici hanno levata l’artellaria et conduta a la volta del ponte di Lecco per batterlo, dicendosi esservi ancora gente del castellano. Pur abbiamo deliberato lo illustre signor gubernatore et questi altri signori capitanei se hanno trovato, che’l magnifico conte Mercurio abbia andar a Bergamo, qual etiam immediate. si è partito, et li metteremo ivi 1500 fanti, che sarano fra lutti questi capelanei domino Guido de Naldo, Baplistin da Rimano, Cesar da Martineogo, el Cagnol, Coseo, quelli del Cluson, Maria da Castello, Feranino et el Valtrompia. El conte Hercule Rangon è rimasto senza fanti ; li altri faremo venir de qui, che è el conte Claudio et signor Hannibal Fregoso et Oclavian de Vaylà quando ritornerà dal Castellano, che però non sa-pemo altro de lui. Et per intelligentia de Vostra Sublimità habiamo consideralo che de qui non se hanno olirà 2500 fanti, dico senza quelli destinali in Bergamo; et questi inimici ogui giorno se ingrossano più, il che, come più volte gli ho dillo, posseno facilmente farlo per la libertà che hanno del paese. El da poi la venula di questo conte Ludovico da Belzoioso havemo, nemici esser cressuti a più di 6000, et esserne almeno da 3000 italiani et bona parte sono di questi nostri di l’exer-cito che chi per le page longhe et chi per li pochi dinari lochano, ogni dì se ne vanno per meglio proveder al facto proprio. Io mi dubito che per la poca gente siamo da poi malcontenti non segui uno giorno qualche inconveniente. Costoro sono ora in libertà, sempre che li piaze, buttar uno ponte et venirsene sul bergamasco et far paura a Bergamo. El el primo loro obietto saria de farne abbandonar questo allogamento. Nui per le forze nostre non siamo una volta per mancar dal debito, et tutto quello potremo far, sì per mantenirsi in questo al-logiamento, come etiam in conservar Bergamo. Ma Vostra Serenità intende hora la importanza de le cose sue, che di poca genie non si poi far lante cose che siano tutte bone. Li bisogna adunque presta provisione sì de danari, come di gente. Io li ho scritto più volle questo, et similiter ha fallo lo tl-luslre signor gubernatore, nè altro fin qui hab- 76* biamo avulo da quella, salvo di la expédition di domino Tomaso di Costanzo con 50 legieri, et di uno conte Brunoro da Porto che era a Vicenza a dover venir de qui cum la sua compagnia. De cavalli, per gratia de Dio, siamo assai ben in ordine ; ma fantaria adesso ne bisogna et danari da pagarli. Come però ho reverenter fatto intender molle volle io non so ora che altro poterli più dir, salvo che cum tulto il core iterum atque iterum la supplico a non tardar più a far di quelle provisioni che ben lei medema intende horamai bisognar, zoà et de i.igrossar questo exercito de fantarie et di haver prompta et presta la provision del danaro, che altramente io non posso salvo, di ogni disordine seguisse, excusarmi con la Serenità vostra, la qual essendo sapientissima, ben mi confido non vorà mancar a le cose sue. Ilo scritto etiam a Vostra Serenità zerca la forlification di Bergamo, che pur saria bono a questi .... tempi dar drielo in proseguir l’opera già principiata, che ogni poca spesa parmi reduria el tulio a bon essere! perfitione. Par etiam che di ciò ne habbino scritto più volte li magnifici rectori a Vostra Serenità, come mi hanno ditto, nè haverne mai però habuta altra risposta. Io, Principe Serenissimo, non posso far che non li