113 MDXXVIII, MARZO. 114 coefero, et non fu intesa da la mila del Conscio ; che quando la fusse sia intesa, la non era presa et ballotata. Ave : .... et fo presa. La copia sarà qui avanti. Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà Taiapiera, di 21. Come, per uno Zuanc da 1’ Oio di Axiago, de li confini, solito avisarmi di le cose di sopra, mi scrive esserli venuto uno exploralor, venuto da Bolzan, et dice de lì non esser prepara-tion alcuna di soldati, nè se ne parla in niuna de quelle vallade, ma solum sono slà mandati molli cari a levar biave a Aia, et vegnandoli il zoso, ne lassano per quelle terre. Fu mandato in qucsla sera in campo al procu-rator Pexaro ducati 26 milia in scudi, per tre barche fino in Ancona et de lì poi dove potrà. Capi di le barche di Chioza fono Pasqualin Valaresso, Piero Corso et Malhio Tenlor. 72 Jesus. Magnifice et clarissime Domine semper obscrvandissime. Non posso scriver a vostra magnificentia quello che desiderava di dover scrivere, perchè le cose vanno roverse a li pensier nostri. Sperava dover scriver la constanlia et probità de nostri soldati, di questo campo et del mantegnir di passi nostri, ta-tnen posso ben scriver de la viltade et incostanlia et de abandonar li passi, ita che li inimizi hanno passato di qua et hanno questo paese in sua balìa. Heri passorno de qua et miseron el ponte verso Caxalolzo de sopra et hanno passalo senza alcun contrasto, et poi se miseno assender a la montagna a trovar i nostri, i quali fezeno poche difese. El nome di capitani erano a la guardia non lo scrivo per suo honor, perchè almanco dovevano pur far qualche difesa, essendo così belle barbe de homeni, et hanno habuto un pozo d’oro da la Signoria nostra, et poi se temeno a farse romper un poco la pelle et far saltim il debito suo. Mi dirò queslo che ho desiderato, se pur li inimizi dovevano passare che fossero venuti da la banda nostra de breve, che se haveressemo fatto più honor. Noi siamo alo-zati in quello medesimo loco, dove sempre siamo stali et più periculoso, et habiamo patito assai inconvenienti. In questa notte azonse in Cavrino mis-siér Piero da Longena cum tutte le gente, et hanno abandonalo el Portone, loco forte dove stasevano a far la sua residenlia le gente d’arme et avanti verso Bergamo. Noi siamo li ultimi dal campo et più I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XLVII, propinqui a li inimizi. Tutte le gente del paese sono fuzite ; li inimizi vanno verso Lecco per soccorerlo, tamen noi speremo che ’1 castellano de Musso non li lassi passar, perchè el bisogna che vadano per alcuni lochi fortissimi, maxime a la Chiusa, dove sono homeni boni combattenti di guerra, che li renderà bon conto. Tamen hozi o domane saremo o dentro, o fora. Che Idio faza quello sia per lo migliore! Son certo; magnifico patron, che vostra magnificentia per lettere del clarissimo Provedilor habbia inteso come tutte le zenle di Valdesabia son absentade el partite, insalutato hospite, in le ma-zor factione et in la mazor importanlia che fosse, ita che non ge è rimasto gnanca uno homo, nè la bandera, nè ’1 suo capitanio; cosa che è stà in grandissimo dispiacere al clarissimo Proveditor nostro. Non hanno haulo rispetto al bisogno di la Serenissima Signoria, nè etiam al suo honor et utile, et tanto più che quesle vallade sono adotlade de tanti prìvilegii, exentioni et altre preminentie, che dimostrano grandissime ingratitudini. De Valtrompia sono ancora partile le meitade, ma molli amalali per la gran factione, ma utcumque sit, questa non è la fede el amor che doveriano haver verso el nostro indilo Stato, et sono inmemori di benefìcii ricevuti. Ge li dovevano dar questi archibuseri pagali per uno mexe a far el debito verso la Illustrissima Signoria, et per far cosa grata a vostra ma-gnificenlia a la qual humiliter me aricomando. La mura a dì 19 Marzo 1528. El tamburion de Castel prega vostra magnificentia el vogia haver per excusato se l’è preterito el tempo che 1’ ha tolto per non esser stalo suo diiello. Magnificentiae vestrae servitor Joannes Anto.mus de Vallaetrompiae. Magnifico ac clarissimo domino 72* , Joanni Ferro, dignissimo Brixiae capitaneo, domino semper observandissimo. Brixiae Die 22 Martii 1528. In Maiori Consilio. 73 Ser Marinus de Molino, Ser Joannes Emiliano, Ser Marcus Minio, • 8